A pochi mesi di distanza dalla visita di una delegazione della University of Religions and Denominations di Qom (Iran) alla Pontificia Università Urbaniana (Roma), realizzatasi nel marzo 2023, il rappresentante dell’istituzione accademica musulmana scita, Seyyed Mohammad Hossein Nawab, e il rettore dell’Urbaniana, Leonardo Sileo, sono giunti alla firma di un Memorandum of Understanding fra le due istituzioni accademiche, il 23 maggio 2023.
La firma del documento si inquadra nell’impegno della Santa Sede ad aprire canali di comunicazione, dialogo e mutua comprensione fra la Chiesa cattolica e il mondo musulmano scita, che ha trovato la sua massima espressione nella visita di Papa Francesco al grande ayatollah Ali al-Sistani, supremo leader religioso dell’islam scita, nella città santa di Najaf (Iraq) il 6 marzo 2021, confermata dalla successiva lettera del Santo Padre alla guida religiosa scita del 28 febbraio 2023. Il Memorandum prevede impegni concreti di collaborazione scientifica per favorire la conoscenza e la comprensione mutua e un rafforzamento del dialogo islamo-cristiano che tenga conto della complessità e specificità delle differenti componenti religiose e dottrinarie del mondo musulmano contemporaneo. Entrambe le istituzioni accademiche, nell’ambito delle rispettive confessioni religiose, sono accomunate dall’essere significativi poli di attrazione per la formazione di eccellenza di un vasto numero di studenti provenienti dalle più diverse aree geografiche del mondo.
Nel corso della cerimonia di firma i rappresentanti delle due università hanno sottolineato come sia vocazione condivisa dalle due Istituzioni sviluppare la mutua conoscenza nelle giovani generazioni di studenti che si preparano a divenire classe dirigente del mondo di domani, favorendo così la convivenza pacifica delle comunità delle due confessioni religiose, laddove l’una o l’altra si trovi ad essere minoranza. Specialmente l’Università Urbaniana con la sua vasta rete di 107 Istituzioni accademiche affiliate, diffuse nei cinque continenti, costituisce un attore privilegiato per la diffusione di una cultura del dialogo e della convivenza pacifica fra comunità religiose proprio in quei contesti dove, purtroppo, attualmente prevalgono spinte all’integralismo religioso, chiusura al dialogo, conflittualità interreligiosa.