“Il rapporto tra la Chiesa cattolica e i media, non sempre privo di incertezze, ha influenzato nel corso del tempo e con efficacia differente parte dell’opinione pubblica del Paese e larghe fasce di popolazione che si rifacevano al messaggio cristiano”. Lo ha detto Gennaro Sangiuliano, ministro della Cultura, alla presentazione del libro a cura di mons. Dario E. Viganò dal titolo “Papi e media. Redazione e ricezione dei documenti di Pio XI e Pio XII su cinema, radio e tv (ed. Il Mulino), oggi pomeriggio all’Ambasciata d’Italia presso la Santa Sede, a Roma. “Se, infatti, la società si è aperta sempre di più allo sviluppo e alla diffusione dei moderni mezzi di comunicazione come risposta a una nascente globalizzazione – ha aggiunto –, nel contempo ha costantemente guardato con interesse agli atteggiamenti della Santa Sede che, fin dalla nascita del cinematografo, ha fondato la sua azione sulla legittimazione e il sostegno del nuovo medium visto come potente strumento educativo, mantenendo però una costante e pervasiva preoccupazione educativa e moralizzante”.
Il ministro ha, infatti, ricordato che, tra gli anni Quaranta e Cinquanta del Novecento, si moltiplicarono in maniera esponenziale le sale cinema parrocchiali che, dislocate su tutto il territorio della penisola secondo l’idea di avere “un cinema ogni campanile”, formarono “una rete volta al controllo dell’attività culturale che, spesso, ebbe anche compiti di vera e propria supplenza istituzionale laddove, si pensi soprattutto ad ambienti particolarmente complicati come le periferie urbane e le campagne, lo Stato non riusciva a intervenire con determinazione”.
Infine, Sangiuliano ha ricordato le parole di Papa Francesco: “Mi sembra che sia soprattutto nostra responsabilità vigilare attentamente e costantemente per fare in modo che rimanga forte questo senso di comunità che è il lievito del vivere da persone e cittadini in società”.