Terzo arresto di un sacerdote, in pochi giorni, in Nicaragua, dove si sta vivendo un’ulteriore fase della persecuzione contro la Chiesa cattolica. La polizia di Daniel Ortega ha confermato ieri l’arresto del sacerdote Jaime Iván Montesinos, della parrocchia di San Juan Pablo II di Chagüitillo, nel comune di Sébaco, nel territorio diocesano di Matagalpa (la diocesi di cui è vescovo mons. Rolando Álvarez, attualmente in carcere). È “sospettato”, secondo le dichiarazioni ufficiali, di “aver commesso atti che minano l’indipendenza e l’integrità” e sarà portato davanti a un giudice per essere processato per “tradimento”. Il rapporto della polizia afferma che il religioso è stato arrestato alle 21 di martedì sera nel comune di San José de Los Remates a Boaco, al chilometro 104 della strada che porta al comune di Esquipulas a Matagalpa. L’accusa, come è accaduto per i precedenti sacerdoti tratti in arresto nell’ultimo anno, si basa sull’unico articolo della legge per la Difesa dei Diritti dei popoli all’indipendenza, alla sovranità e all’autodeterminazione per la pace. Il comunicato, anche in questo caso rinnovando una consolidata pratica di denigrazione, aggiunge che il religioso sarebbe stato “in atteggiamento sospetto, in stato di ubriachezza e in compagnia di una giovane donna”, a bordo di un furgone parcheggiato sul ciglio della strada. Sempre secondo la nota, “la Polizia nazionale sta svolgendo le procedure investigative del caso e deferirà la persona indagata alle autorità competenti per l’esercizio dell’azione penale e l’accertamento delle responsabilità penali”.