Giornata del sollievo: Sangiuliano (min. Cultura), “garantire cure omogenee in tutta Italia”. Morgante (Fond. Ghirotti), “Gigi Ghirotti esempio di etica e deontologia”

Un momento per ricordare l’attività di Gigi Ghirotti, la sua testimonianza nel momento drammatico della malattia e per fare una riflessione sul giornalismo “verificato”, sulla “certificazione ossessiva”, su quel modo di fare inchiesta a cui bisogna tornare. Se ne è parlato oggi al ministero della Cultura, in occasione del convegno “Il coraggio di dire cancro”, organizzato dalla Fondazione Gigi Ghirotti, che opera per l’assistenza socio-sanitaria di persone con malattie inguaribili che necessitano di cure palliative, a domicilio e in hospice, per ricordare il grande contributo di Ghirotti, che si è spento 50 anni fa a causa di una malattia neoplastica del sangue.
“La situazione sanitaria in Italia negli ultimi anni è enormemente migliorata – ha dichiarato il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano –. La classe medica italiana credo sia una delle migliori al mondo, sotto tutti gli aspetti. Anche il nostro servizio nazionale è uno dei migliori al mondo”. Tuttavia” abbiamo il dovere di rendere a tutti quanti le stesse prestazioni, che tu sia a Reggio Calabria piuttosto che a Milano. L’impegno civile di questa fondazione è importante e troverà sempre il mio sostegno e una porta aperta”.
“Per spiegare l’impegno civile, etico e deontologico, che soprattutto oggi deve essere il fondamento della professione giornalistica – ha sottolineato il presidente della Fondazione Gigi Ghirotti, Vincenzo Morgante – mi piace ricordare le parole di Ghirotti, che sono per tutti noi un insegnamento e un monito da tener sempre presente: ‘Un giornalista non può essere testimone del sentito dire, o colui che vive nelle passioni degli altri. Se gli capita di correre un’avventura tra vita e morte in prima persona e poi non la racconta, direi che quel giornalista è uno che non ha capito nulla, né del proprio mestiere, né dei propri doveri di cittadino’”.
Tante le lezioni che Ghirotti ha lasciato al giornalismo italiano: la capacità di informare nel modo più elevato del termine e di contribuire alla lotta al politicamente corretto, semplicemente attraverso il coraggio di pronunciare la parola proibita “cancro” per la prima volta sugli schermi della Rai commuovendo l’Italia. “Non abbiate paura di disturbare.. non fatevi scrupoli per il disturbo. L’importante è che il malato non sia lasciato solo”, diceva Ghirotti.

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