“Da ogni parte sentiamo parlare dell’impatto del cambiamento climatico” e oggi ci sono “fiumi prosciugati” – che costringono donne e ragazze a percorrere grandi distanze per procurarsi l’acqua, esponendole a rischi di “molestie sessuali” lungo il cammino e lasciandole troppo stanche per studiare -, fiumi che “sono diventati torrenti impetuosi, portando via case, scuole, chiese e strade”, fiumi che “sono intasati di plastica, rifiuti industriali e acido delle miniere”. La denuncia è venuta oggi Rachel Mash, Environmental Coordinator for the Anglican Church of Southern Africa and member of the of the Anglican Communion Environmental Network, in collegamento da remote, durante la conferenza stampa di presentazione del Messaggio di Papa Francesco per la Giornata di preghiera per il Creato 2023.
“Le acque che Dio creò perché brulicassero di creature viventi ora brulicano di morte e malattie”, ha osservato. Anche se “la crisi è così grave che molti sono portati alla disperazione”, “il Tempo del Creato” è un segno “di speranza e di rinnovamento”. Il tema di quest’anno “Che scorrano la giustizia e la pace”, secondo Mash, ci indica come agire, a partire da “azioni individuali”, come “condividere l’auto, cambiare la nostra dieta, risparmiare acqua, riciclare”, che come dice “l’arcivescovo Tutu” sono “piccoli frammenti di bene”, che messi insieme “travolgono il mondo”. “È solo quando le gocce si uniscono per formare piccoli rivoli, forse la squadra verde della tua chiesa o l’eco-club della tua scuola, il tuo piano ecologico diocesano emergente, che iniziamo a fare la differenza: ci uniamo ad altri nella comunità e un piccolo pezzo di foresta viene salvato, una linea di autobus viene riavviata, una campagna per il supermercato locale per vietare i sacchetti di plastica ha successo”.
“Quei piccoli rivoli diventano fiumi, si dice che le azioni individuali non portino un cambiamento trasformativo, ma le azioni in rete lo fanno: iniziamo a formare movimenti, Laudato si’, Green Anglicans, Fridays for Future, questi sono movimenti che possono portare trasformazione. Questi movimenti possono spingere al disinvestimento dai combustibili fossili, allo stop alle nuove esplorazioni di petrolio e gas, alla creazione di fondi per perdite e danni. Il Green Anglicans Movement del Kenya, ad esempio, si è appena impegnato a piantare 2 milioni di alberi all’anno!”, ha ricordato.
Oggi, ha concluso Mash, “Dio ci chiama a lavorare insieme nell’umiltà e nell’amore, a unire le mani in modo che i fiumi possano scorrere insieme, per diventare un potente fiume di giustizia e pace, un fiume di adorazione e preghiera, di lamento e lacrime, di azioni e ostinata speranza” affinché il volto della Terra sia “rinnovato per il bene dei nostri figli e dei figli dei figli”.