“Vivere per il Vangelo ci fa confrontare con il nostro limite, con la durezza del mondo, con la forza del male che i cristiani conoscono perché amano e non aspettano qualche pandemia per combatterlo”. Lo ha detto il card. Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, nell’omelia della Messa presieduta nella basilica di San Pietro nella giornata conclusiva dell’Assemblea dei vescovi italiani. “Qualche volta facciamo fatica anche noi come tutti, e nemmeno dopo la pandemia lo combattiamo”, ha aggiunto a braccio, scegliendo una parola – “Coraggio!” – per descrivere, sulla scorta di San Paolo, “la carezza di Dio, la sua compagnia, la sua cura per ogni credente, ma anche per ogni uomo affaticato ed oppresso”. “Coraggio!”, per il presidente della Cei, “è anche lo stimolo a trovare nuove vie di trasmissione della fede, ad annunciare il Vangelo in ogni circostanza, a non aver paura di prendere il largo”. “San Paolo conosceva Tarso, dove era nato e cresciuto, e Gerusalemme e la Palestina, dove aveva studiato”, ha raccontato Zuppi: “Ma poi è chiamato a proiettarsi ben più lontano. È obbligato a farlo da un processo ingiusto, a farlo in catene ma da libero. Trasforma le difficoltà in opportunità. È davvero libero da ogni catena e da quel veleno pericoloso che è il pessimismo, che può essere nutrito da giudizi intelligenti ma che poi alla fine diventa sempre indifferenza”. “Perché tutto può cambiare e niente è impossibile a chi crede!”, ha assicurato il cardinale.