“Il Salone del Libro del prossimo anno abbia come realtà ospite un popolo europeo senza terra: i rom. Un evento culturale di simile grandezza, infatti, potrebbe portare un contributo importante a superare le letture segnate dal pregiudizio e a costruire l’occasione di un incontro con la dimensione autentico di un’identità demonizzata e mai davvero indagata. Un popolo che ha radici antiche e profonde, rispetto al quale i progetti di inclusione e integrazione non possono risolversi in omologazione”. La proposta è stata avanzata da Giancarlo Chiapello, direttore dell’Ufficio per la Pastorale sociale e del lavoro della diocesi di Pinerolo, presentando lunedì al Lingotto il suo saggio “Ti racconto gli Athinganoi – Gli ‘intoccabili’ attraverso l’esperienza dell’Aizo di Carla Osella con rom e sinti” (Echos Edizioni). Il volume porta la prefazione di Papa Francesco e propone uno sguardo lontano da ogni riduzione ideologica, partendo dal peculiare lavoro portato avanti dalla suora orsolina presso i campi in tutt’Italia. Proprio la fondatrice di questa esperienza associativa, laicamente interprete del “Vangelo della prossimità”, nello stesso evento a cui ha preso parte anche l’ex vicesindaca di Torino Elide Tisi, si è rivolta con un appello alla presidente del Consiglio: “Incontri noi che con rom e sinti condividiamo la vita, ascolti quanto abbiamo da dire e parta da questo ascolto, oltre ogni strumentalizzazione, per affrontare con vero realismo un dossier che non è fatto di numeri ma di volti e storie. Noi siamo pronti, lei?”.
La storia d’impegno sociale e culturale di Carla Osella è riconosciuta anche dal Pontefice: “Sulle orme di Gesù, anche Carla, anche gli altri suoi amici volontari, hanno superato la barriera del pregiudizio per raggiungere queste nostre sorelle e questi nostri fratelli. Lo hanno fatto senza adeguarsi alla mentalità dominante, senza preoccuparsi di possibili conseguenze. Il nostro Maestro ha voluto integrare gli emarginati, salvare coloro che sono fuori dalla città, e chi lo segue sa di dover cercare il Suo volto tra gli scartati, i lontani, coloro che nessuno vuole avvicinare”.
Ecco, allora, che la proposta di dedicare il Salone del Libro del prossimo anno anche a una maggior conoscenza di questo “popolo europeo che non ha mai mosso guerre” e la richiesta di un ascolto autentico da parte della politica.