“Il nostro incontrarci, il nostro stare e camminare insieme, cioè la nostra sinodalità vissuta, come anche tutte le fragilità che sperimentiamo, tutto ci è donato e chiesto per ravvivare il dono di Dio che è il carisma che abbiamo ricevuto”. Lo ha detto questa mattina padre Mauro-Giuseppe Lepori, abate generale dell’Ordine Cistercense e vicepresidente dell’Unione superiore generali (Usg), intervenendo alla prima giornata della 99ª assemblea dell’Unione che si tiene fino al 26 maggio alla Fraterna Domus. Padre Lepori ha ricordato che l’impegno a rinnovare la vita del fuoco del carisma di Dio è “un compito urgente oggi più che mai”: “Infatti, ovunque percepiamo che la vita di questo fuoco si sta come spegnendo, che sotto la cenere la brace si sta raffreddando”. “La questione è essere coscienti del nostro carisma. Non tanto di quello che dobbiamo fare, ottenere, garantire. La vera domanda è qual è il dono di Dio che dobbiamo accogliere sempre di nuovo, che dobbiamo, appunto, ravvivare. Ravvivare non vuol dire andare a recuperare qualcosa in cantina, o in archivio, nei granai, nella cassaforte, in banca. Il dono si ravviva ravvivando il rapporto con il Donatore. Ravvivare il dono vuol dire aprire di nuovo le mani vuote davanti a un Padre buono che ci dà tutto; vuol dire domandare quello che Dio ci dona”, ha osservato padre Lepori. “Siamo chiamati a ricentrarci su ciò che è veramente essenziale nella vocazione: il carisma, non tanto o anzitutto quello che si deve fare o non fare, dire o non dire, perché allora quando si invecchia, quando si è pochi, si ha l’impressione di non poter più vivere la vocazione”, ha aggiunto padre Lepori.