Strage di Capaci: Nordio (min. Giustizia), “giornata fondativa della nostra storia”

“Da 31 anni, questa è una giornata fondativa della nostra storia, memoria del peggior attacco dei clan alle istituzioni democratiche, ma allo stesso tempo simbolo del riscatto della Repubblica”. Così il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, nel saluto inviato alla Fondazione “Giovanni Falcone” nel giorno del 31° anniversario della strage di Capaci, in cui furono uccisi i magistrati Giovanni Falcone e Francesca Morvillo e gli agenti della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro.
“La Repubblica italiana si è rialzata – più forte – dalla voragine di Capaci, che inghiottì le vite di Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro”, ha proseguito il guardasigilli, secondo cui “quel cratere, in cui sembravano essere precipitate anche le nostre speranze, impresse invece la svolta decisiva nella lotta alla mafia. Un cammino lungo e doloroso, a cui ora – meritoriamente – la Fondazione Falcone sceglie di dedicare un museo”. “L’avvio di questo progetto – ha osservato Nordio – coincide con un momento significativo, la cattura pochi mesi fa dell’ultimo super latitante di quella stagione di attentati in Sicilia e sul continente”. “Un traguardo straordinario, merito del lavoro di tanti magistrati e tante forze dell’ordine, a cui rinnovo la gratitudine come rappresentante del Governo e come cittadino”, ha commentato il ministro, evidenziando però che “allo stesso tempo, non possiamo non ricordare come le stragi di matrice terroristico-mafiosa, che esattamente 30 anni fa si susseguirono a Firenze in via dei Georgofili e a Milano, in via Palestro, sono ‘ancora in cerca di verità e giustizia’, come ha richiamato il presidente della Repubblica”. “Non possono esserci pezzi mancanti, né zone d’ombra nella conoscenza di pagine così drammatiche e decisive della nostra storia”, ha ammonito il guardasigilli, assicurando che “il ministero della Giustizia, da parte sua, farà di tutto – secondo i compiti assegnati dalla Costituzione – per assicurare agli uffici giudiziari gli strumenti più adeguati e le tecnologie più aggiornate, perché assolvano al loro alto compito: continuare a fare luce sulle pagine buie del passato e combattere contro le mafie di oggi, più transnazionali e più imprenditoriali”. Nordio ha anche evidenziato che “sempre più Paesi vogliono approfondire e importare la nostra legislazione antimafia, scritta col sangue dei migliori servitori dello Stato. Questo è per tutti noi motivo di orgoglio, soprattutto nel momento in cui ci troviamo a gestire i fondi del Pnrr. L’Europa giustamente vigila sulla destinazione dei finanziamenti concessi e tutti i nostri sforzi devono essere volti a tener lontane le mire dei clan. Non possiamo in alcun modo consentire ombre sul Piano nazionale di ripresa e resilienza, che deve contribuire a far superare all’Italia ataviche criticità”. “Per la giustizia, ‘superare ataviche criticità’ significa innanzitutto ridurre la durata dei processi, quindi i tempi delle risposte alle legittime richieste dei cittadini”, ha aggiunto il ministro, convinto che “anche così combattiamo la mafia, migliorando la qualità del nostro servizio, la qualità di tutti i nostri servizi ai cittadini”.

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