“Per noi la pace non è solo un auspicio, ma è la realtà stessa della Chiesa, che germina – come il segno di pace – dall’Eucaristia e dal Vangelo”. Lo ha garantito il card. Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, introducendo i lavori dell’Assemblea dei vescovi italiani, in corso in Vaticano fino al 25 maggio. “La Chiesa e i cristiani credono nella pace, siamo chiamati a essere tutti operatori di pace, ancora di più nella tempesta terribile dei conflitti”, ha affermato il cardinale, ricordando che “durante la Seconda Guerra mondiale la Chiesa era tra la gente e sul territorio”. “Proprio tra pochi giorni ricorderemo i sessant’anni della morte di San Giovanni XXIII, che visse due guerre mondiali e attualizzò con efficacia il messaggio pacifico della fede con la Pacem in terris, cominciando a rivolgersi agli ‘uomini di buona volontà’”, ha sottolineato il cardinale: “Siamo il popolo della pace, a partire da Gesù che è la nostra pace. Lo siamo per la storia del nostro Paese, per la sua collocazione nel Mediterraneo, cerniera tra Nord e Sud, ma anche tra Est e Ovest. Lo siamo – mi sembra – per le radici più profonde e caratteristiche del nostro popolo”. “Come cristiani italiani, con il Papa, siamo chiamati a una fervente e insistente preghiera per la pace in Ucraina e perché ‘si affratellino tutti i popoli della terra e fiorisca in essi e sempre regni la desideratissima pace’”, l’invito del presidente della Cei sulla scorta dell’enciclica di San Giovannio XXIII: “Preghino tutte le nostre comunità intensamente per la pace! L’impegno di intercessione cambia la storia, come diceva Giorgio La Pira”.