“Come ucraino e come rappresentante della Chiesa e del popolo ucraino, posso dire che il mio animo piange. Stiamo assistendo alla distruzione dell’umanità. Ho visto le foto della città: non è rimasto niente”. Così in un’intervista rilasciata al Sir, mons. Maksym Riabukha, vescovo ausiliare dell’esarcato di Donetsk, commenta le notizie che arrivano dalla città di Bakhmut, che fa parte dell’esarcato greco-cattolico di Donetsk. “Le ultime notizie che ho, dicono che nei sotterranei di molte case ci sono delle persone, delle famiglie, che sono rimaste nella speranza che la città fosse liberata e conquistata dalle forze ucraine. Cosa sta accadendo in queste ore, non lo sappiamo e non lo riesco neanche ad immaginare”. Il vescovo formula un auspicio. “ Dentro il mio cuore, sogno che questa ingiustizia possa risanarsi e possa ritornare la vita. Che possa ripetersi anche qui, quello che è successo a Varsavia che è stata completamente distrutta durante la Seconda Guerra Mondiale ed oggi, grazie a Dio e grazie anche all’impegno di molte persone, è tornata alla vita. Sogno che la vita ritorni anche a Bakhmut. Mi dispiace perché la distruzione dell’umanità non termina lì. La conquista della città di Bakhmut da parte delle forze russe, apre la strada per portare la morte ancora più all’interno del nostro Paese. Di fronte a questo scenario, l’unica nostra speranza è in Dio. Lui sa porre fine a questa distruzione, sa togliere questo male e ridare la vita all’umanità”.