“Non sono solo le parole che toccano il cuore umano. Sono sicuro che il cardinale saprà essere uno strumento nelle mani di Dio”. Lo dice, in un’intervista rilasciata al Sir, mons. Maksym Riabukha, vescovo ausiliare dell’esarcato di Donetsk, a commento della “missione” di pace affidata dal Papa Francesco al card. Zuppi. “Per noi è chiaro che arrivare ad una soluzione, vuol dire ritornare alla verità e la verità ci dice l’integrità della vita e l’integrità è anche quella della vita di un popolo. Per noi la pace quindi vuol dire ridare quello che è stato preso ingiustamente”, spiega il vescovo. “Speriamo tanto – aggiunge – che ognuno, secondo il proprio ruolo e modo di operare nel mondo, faccia tutto il possibile per aiutare la conversione dei cuori. Questa è la speranza che ci guida tutti. A volte, guardando la vita di Gesù, vediamo tanti momenti in cui Lui stesso si è trovato nell’impossibile. Ma tutti i momenti impossibili, alla presenza di Dio, diventano possibili. Accompagniamo questa missione con la preghiera e con la speranza che la verità torni ad essere una parte piena della nostra vita”. “So – prosegue – che c’è tanta gente che prega, che ha una grande fiducia nel miracolo della vita. E’ un miracolo che attendiamo in tanti. Dio non è solo Creatore ma anche Padre e sicuramente, con il suo cuore paterno, Dio sente tutte le nostre invocazioni, vede tutte le nostre mani alzate. Dio ha il Suo tempo. Noi siamo in attesa del Suo tempo. Non siamo schiacciati dalla delusione, dalla disperazione. La speranza è una certezza forte in tutti noi”.