Non solo un “centro servizi”, ma un luogo accogliente per stare assieme, conoscersi e riposarsi: così don Michele Falabretti descrive “Casa Italia”, la struttura ospitata nella scuola delle Suore Dorotee e messa a disposizione dei giovani italiani che parteciperanno alla Gmg di Lisbona(1-6 agosto). “L’esperienza di Casa Italia – spiega il responsabile del Servizio nazionale per la pastorale giovanile (Snpg) – è nata molti anni fa: all’inizio fu un centro di servizi per addetti ai lavori, un po’ alla volta si è strutturata come una casa dove molte persone si incontrano. Probabilmente non è mai esistita una Casa Italia uguale all’altra, proprio perché respira del clima che si crea di volta in volta e di necessità che non sono mai le stesse. Insomma, non è come un oratorio che si struttura dentro una comunità e respira di ciò che vi accade un po’ alla volta. Casa Italia, quando apre, deve essere pronta in pochi giorni a rispondere a bisogni che non sono gli stessi da una volta all’altra”. Casa Italia servirà a fare fronte ad alcune necessità concrete come “il ritiro di documentazione per i responsabili, il ritiro di materiale, una segreteria che sia anche punto dove trovare informazioni” e dare una sede al coordinamento degli Uffici di pastorale giovanile e soprattutto al coordinamento della Segreteria generale della Cei che è riferimento pratico per i vescovi e le diocesi”. Casa Italia avrà anche un cortile dove i giovani, nell’attesa che i loro responsabili sbrighino delle pratiche, potranno trascorrere del tempo “in chiacchiere, canti, una partitella con il pallone; persino un ristoro. Così alcuni uffici si sono fatti casa per accogliere i responsabili e i giovani, perché l’attesa non sia un’inutile perdita di tempo e si traduca in altri incontri da mettere nella memoria e nel cuore”. Anche i media hanno un pezzo di casa: “Per lavorare, certo, ma soprattutto perché i giornalisti possano trovare un luogo vivo dove parlare con le persone, prima di scriverne o di raccontarne in televisione. A Casa Italia inviteremo qualcuno dell’Ambasciata italiana a Lisbona perché ci accompagni, cercheremo un medico per le necessità di primo soccorso, ci sarà una chiesa per chi ha bisogno di pregare e una sala per gli incontri”. Per tutto questo il ringraziamento di don Falabretti va alle Suore Dorotee della Frassinetti che, scrive il responsabile, “ci ospiteranno in una loro scuola (materna ed elementare) molto vicina agli eventi centrali. Un gruppo di giovani si sta preparando ad animare gli spazi per accogliere le persone, un altro sta preparando il vestito per la casa: perché sia riconoscibile, certo, ma soprattutto perché chi vi passerà possa trovare il calore dell’accoglienza”.