Accoglienza ieri, nella parrocchia Maria SS. delle Grazie e San Giuseppe in Fronti, della nuova statua della Madonna del Carmelo. A presiedere la messa il vescovo, mons. Serafino Parisi, che nell’omelia ha proposto una riflessione sulla figura del Buon Pastore, “colui che non solo vuole la vita per le sue pecore, ma è colui che mette a disposizione della vita degli altri la sua stessa esperienza. Di un pastore così ci possiamo fidare”. “Noi – ha detto ancora il vescovo – moriamo prima che la morte venga da noi, quando ci lasciamo atterrire, impaurire, dall’idea stessa di dover morire. Si chiama l’angoscia della morte e quell’angoscia ti paralizza, non ti fa più vivere, non ti fa realizzare più niente. È come se nel nostro cervello entrasse questo meccanismo perverso. Invece, non è così. La cosa più grande, più bella, più espressiva, che realizza pienamente l’uomo è la richiesta della vittoria sulla morte e la vittoria sulla morte si chiama vita”. “Il sogno, l’attesa, il desiderio vero della realizzazione piena dell’umanità, di tutti noi uomini, il Signore ce la può dare. L’immagine che voglio consegnarvi – ha aggiunto mons. Parisi – è questa: le piaghe, le ferite di Gesù, divengono come delle feritoie, delle aperture, degli squarci. Attraverso le ferite nella carne di Gesù, nel suo corpo glorioso, noi possiamo guardare e possiamo scorgere la luce della vita. Da ferite a feritoie attraverso le quali si spia, si guarda oltre e guardando oltre le ferite di Gesù noi scopriamo la vita” perché “noi siamo stati guariti dalle piaghe di Gesù”.