Un programma ricco e all’insegna dell’inclusività quello della Festa del Patrono della città e della Diocesi di Carpi che quest’anno, superate le limitazioni legate alla pandemia, prevede varie novità. Il Tavolo culturale Patrono della Città e della Diocesi di Carpi, insieme al vicario generale mons. Ermenegildo Manicardi, ha previsto una serie di eventi che spaziano dalla musica, alla cultura, allo sport, ai giochi, al “Pranzo del Patrono”, culminando nella giornata liturgica del 20 maggio con la Messa presieduta dal vescovo Erio Castellucci. Festa dei “Patroni”: quest’anno, infatti, il calendario contempla anche la festa di San Possidonio (16 maggio), con una serie di proposte di vario contenuto. A evidenziare le novità della festa 2023 è stato il vicario generale, mons. Ermenegildo Manicardi: “Questa edizione della Festa del Patrono presenta, tra le altre, due grosse novità. Innanzitutto abbiamo pensato di unire la Festa della città di Carpi con quella della Diocesi. Inoltre, in un’ottica d’inclusione, si è scelto di avvicinare la Festa di San Bernardino anche ai territori vicini, ossia i comuni di San Possidonio e Mirandola, valorizzando San Possidonio, il cui corpo è da sempre custodito nella chiesa locale. Questa inclusione è favorita anche dalla vicinanza ‘cronologica’ delle date: 16 maggio San Possidonio, 20 maggio San Bernardino da Siena. La celebrazione della Santità fiorita in questa terra troverà, infine, il suo apice, il 10 e 15 giugno nel ricordo del decimo anniversario della beatificazione di Odoardo Focherini. Due sono i momenti previsti: una veglia interculturale e interreligiosa all’ex campo di concentramento di Fossoli e la Messa pontificale presieduta dal cardinale Marcello Semeraro, prefetto del Dicastero delle cause dei santi”. Per Matteo Casalgrandi, presidente del Tavolo culturale Patrono della Città e della Diocesi di Carpi, “il patrono 2023 per noi significa il ritorno della festa, l’aspetto che è stato sacrificato negli ultimi tre anni a causa delle limitazioni del Covid. Il Tavolo per il Patrono cerca di comunicare con la città, il territorio, nell’ottica di una chiesa in uscita, in ascolto non solo delle realtà cattoliche ma di tutte le realtà cittadine. San Bernardino è la festa della città, quindi abbiamo coinvolto, anche grazie alla Consulta per gli stranieri del Comune di Carpi, delle persone che non sono cattoliche, vengono da paesi anche lontani, ma che si riconoscono nella città di carpi e nel suo momento di festa. Sarà una novità importante questo dialogo tra chiesa, città e cittadini”.