“Occorre dialogare – istituzioni, categorie sociali ed economiche, realtà del volontariato e dell’impegno religioso – per venire a capo di questioni mai affrontate in passato, se non in modo emergenziale”. Lo scrive il direttore della Caritas di Roma, Giustino Trincia, in una nota sulla situazione della stazione Termini e del quartiere Esquilino, dove “convivono tre grandi questioni: quella della giustizia sociale, quella della sicurezza e quella economica. Problemi complessi che vanno affrontati insieme, e senza contrapposizioni”. “Abbiamo più volte, anche in questi giorni, sollecitato le istituzioni pubbliche offrendo la piena disponibilità al confronto”, informa Trincia: “ci sono esigenze legittime a cui dare risposta, ma senza divisioni e contrapposizioni. La via maestra è il dialogo, l’ascolto reciproco, la ricerca delle soluzioni possibili in una logica di fraternità universale”. “È indispensabile mettere insieme umanità e sicurezza, con la consapevolezza che il benessere dei cittadini non si garantisce solo con misure di ordine pubblico”, la tesi del direttore della Caritas: “Meno aiutiamo e accogliamo le persone che sono ai margini, più le rendiamo invisibili, condannandole a comportamenti illegali e a vivere cioè di espedienti”. La presenza della Caritas di Roma alla Stazione Termini, come di altre realtà del volontariato e dell’associazionismo, “è un luogo che garantisce l’accoglienza e si pone come presidio di legalità nel territorio”, si ricorda nella nota: “Così come lo è l’impegno delle comunità parrocchiali della diocesi di Roma, che insieme ai servizi di ascolto, mensa, docce e vestiario, dal 2015 hanno avviato forme di accoglienza diffusa con l’ospitalità di persone senza casa o in fuga dai propri paesi di origine. Sono più di settanta le parrocchie romane che ospitano una o più persone senza dimora, oltre molte altri Istituti religiosi che hanno accolto i profughi afgani e ucraini”. “Certo si può fare di più, ma il problema è troppo grande e il volontariato può essere solo una parte della risposta”, sostiene Trincia: “ci sono migliaia di persone e famiglie in grandi difficoltà”. Nel censimento del 2021, infatti, l’Istat parla di 23.420 residenti senza tetto e senza dimora nella Città Metropolitana di Roma (7.647 donne). Di questi, si stima, siano più di 8 mila quelli che ogni notte dormano in strada. “Quando si parla di riqualificare una città, in termini di decoro e sicurezza, occorre essere inclusivi, avere idee e collaborare”, l’invito del direttore della Caritas, secondo il quale “i poveri, i senza dimora, non vanno nascosti, portati lontano perché danno fastidio al decoro e agli interessi economici, ma vanno ascoltati, accolti e messi in grado di uscire dalle loro emergenze, grazie all’aiuto di tutti”. “Tutto questo va inoltre inserito in politiche più vaste”, l’appello: “è indispensabile intervenire sui problemi più generali del territorio del Quartiere Esquilino, anche per quei servizi che dovrebbero essere scontati per una delle grandi capitali del mondo. Si pensi all’illuminazione pubblica, gravemente deficitaria; la pulizia delle strade; la presenza di forze dell’ordine e della polizia municipale nelle ore notturne”. C’è poi “il grande errore di avere consentito nella zona della Stazione Termini la diffusione di negozi, alberghi e bed and breakfast, svuotandola di famiglie in fuga per gli affitti impossibili; di aver trascurato i luoghi di socializzazione e di incontro, quanto mai necessari in una città come Roma”.