Mentre la Caritas nazionale attiva la macchina degli aiuti per le popolazioni dell’Emilia Romagna colpite dall’alluvione di questi ultimi giorni, arrivano i dati relativi alla generosità espressa dai fedeli vicentini per i terremotati di Siria e Turchia. Un comunicato della diocesi diffuso oggi, fa sapere che in occasione della colletta diocesana tenutasi lo scorso 28 febbraio in tutte le chiese della diocesi e attraverso le offerte pervenute direttamente a Caritas vicentina sono stati raccolti complessivamente 308.179,25 euro. “Ancora una volta – ha commentato il vescovo Giuliano Brugnotto – la comunità vicentina ha mostrato la propria attenzione e solidarietà per chi si trova coinvolto in gravi situazioni di calamità, vedendo distrutte in pochi attimi le proprie abitazioni, i luoghi di lavoro e del vivere sociale e comunitario. I cristiani partecipano al dolore di queste popolazioni con la preghiera ma anche nella carità, una solidarietà concreta, un aiuto per rialzarsi e ricominciare, che non fa distinzioni tra vicini e lontani – come vediamo in queste ore anche in Emilia Romagna – ma che tutti affratella, soprattutto nel momento del dolore e del bisogno”. I fondi raccolti per far fronte ai danni provocati dal terremoto in Siria e Turchia lo scorso febbraio (che, ricordiamo ha causato quasi 60 mila morti e ha lasciato oltre 200 mila persone senza casa, in una pregressa situazione di povertà diffusa e problemi igienico sanitari) attraverso Caritas Italiana e le Caritas dei Paesi coinvolti, stanno supportando una serie di interventi di assistenza umanitaria, riabilitazione socio-economica e sostegno psico-sociale, soprattutto rivolte a migranti, sfollati e giovani, attraverso l’invio di materiali umanitari (pacchi alimentari, kit igienici, medicine, vestiti, tende), di fondi e di personale qualificato per organizzare gli aiuti a medio-lungo termine. Dopo la prima fase dell’accoglienza immediata delle persone sfollate e di risposta ai loro bisogni primari, cui Caritas ha contribuito con una rete di campi e centri di accoglienza diffusa, sia in Siria che in Turchia, iniziano ora i progetti di ricostruzione e ripartenza.