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Scozia: appello interreligioso, “no alla legge sul suicidio assistito”. Mons. Keenan, “c’è l’idea che un individuo possa perdere il proprio valore”

(Foto Siciliani-Gennari/SIR)

“Esprimiamo profonda preoccupazione perché il suicidio assistito, inevitabilmente, minaccia la dignità della persona umana e potrebbe mettere pressione su individui vulnerabili affinché scelgano di morire in questo modo”. Con queste parole, contenute in un comunicato, il vescovo cattolico di Paisley, John Keenan, ha lanciato un appello, a nome della Conferenza episcopale scozzese, perché il parlamento di Edimburgo fermi un nuovo progetto di legge che punta a legalizzare il suicidio assistito. Il comunicato è stato firmato anche dal moderatore dell’Assemblea generale della Chiesa di Scozia, Iain Greenshields, e dall’imam della moschea centrale di Dundee, Shaykh Hamza Khandwalla. La nuova legislazione viene proposta dal parlamentare scozzese Liam McArthur e punta a introdurre il diritto alla morte assistita per adulti malati terminali. L’ultimo tentativo di legalizzare il suicidio assistito in Scozia risale al 2015 ma era stato respinto dal parlamento con 82 voti contro 36. “Il suicidio assistito attacca la dignità umana e fa sì che la vita umana venga sempre più spesso valutata sulla base della sua efficienza e utilità”, ha detto ancora il vescovo John Keenan. “È implicita, nella legalizzazione del suicidio assistito, l’idea che un individuo possa perdere il proprio valore. Abbiamo prove, nei Paesi dove il suicidio assistito o l’eutanasia sono legali, che le persone vulnerabili si sentono sotto pressione a porre fine alla loro vita perché hanno paura di essere un peso” per la società.

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