Progetto Policoro: Frascati, “Abitare le relazioni” cuore del 43° corso di formazione nazionale

(Foto: Progetto Policoro)

Giornate intense per animatori e animatrici di comunità del Progetto Policoro quelle appena trascorse a Frascati (Roma) per il 43° corso di formazione nazionale, che si è svolto da giovedì 11 a domenica 14 maggio. 142 i partecipanti provenienti da 110 diocesi italiane aderenti al Progetto, che si sono ritrovati presso il Centro Giovanni XXIII per approfondire il tema centrale di “Abitare la casa con stile”. “Un’idea di abitare – spiega una nota diffusa stasera – declinata secondo quanto indicato già da Papa Francesco durante l’udienza del 5 giugno 2021 e che tiene in massima considerazione il valore delle persone e delle relazioni”.
Dopo il saluto e la preghiera di benvenuto di don Ivan Licinio, coordinatore nazionale del Progetto Policoro, ad avviare i lavori di giovedì pomeriggio ci sono stati i contributi di Johnny Dotti e Chiara Nogarotto sul tema del “Generare luoghi di vita”. Nei loro interventi “l’abitare non è solo riferito alla casa ma significa comprendere i luoghi, la cultura, le idee, la cura delle fragilità”. Ed in questo stile “il Progetto Policoro può davvero essere elemento prezioso sui territori, incarnando pienamente le parole guida di giovani, Vangelo e lavoro”. L’invito rivolto ai presenti, che svolgono il proprio mandato a servizio dei giovani infatti, è stato quello “di concentrare il proprio impegno nella costruzione di relazioni sovvertendo un po’ la prospettiva comune: non porsi come unico obiettivo la ricerca di soluzioni da proporre ai giovani, ma fare leva sull’opportunità di generare valore e creare insieme nuovi paradigmi di sviluppo”.

(Foto: Progetto Policoro)

Nei laboratori sono stati affrontati i temi dell’innovazione sociale, proposto come atto di sussidiarietà circolare per lo sviluppo dei territori per saper leggere e interpretare i segni del tempo rendendo centrale l’importanza di creare connessione e relazione tra persone, idee, istituzioni.
Molto stimolante è stato il dialogo con Silvia Costa sulla figura di Maria Eletta Martini testimone dell’anno. Il suo è stato un invito all’impegno personale “nella cittadinanza attiva, nel conoscere ed esserci per essere ‘liberi sempre’ di agire, accompagnare e camminare insieme a chi vive l’esperienza politica affinché si possa abitare con stile la nostra casa comune”.
Una formazione in cui hanno trovato ampio spazio i momenti di preghiera e di raccoglimento. Tutte le giornate sono state aperte infatti dalle riflessioni bibliche, accompagnate dalle parole di don Michele Falabretti, responsabile del Servizio nazionale per la pastorale giovanile (“Abitare la casa delle relazioni”), e di don Antonio De Rosa di Caritas Italiana (“Senza una casa: abitare la fragilità”) e con le celebrazioni di don Ivan Licinio e don Bruno Bignami, direttore dell’Ufficio nazionale per problemi sociali e lavoro della Cei. Inoltre è stato predisposto un luogo riservato, appositamente allestito per la meditazione personale e il sabato sera i partecipanti hanno potuto celebrare una Veglia sul tema della fragilità.
Per riconoscersi come esseri umani, è stato detto, “è necessario abitare le proprie fragilità, perché solo così si riesce a mettere da parte la superbia di sentirsi migliori e quindi essere realmente di supporto e aiuto agli altri”.

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