“Anche oggi la Cina è un polo culturale, ha una storia grande, una storia bellissima”. Lo ha detto, a braccio, il Papa, parlando di San Francesco Saverio, “il grande sognatore”, e del suo sogno di andare in Cina. “Aveva l’inquietudine dell’apostolo di andare oltre, oltre, oltre”, ha spiegato a braccio Francesco: “In Giappone Saverio capisce che il Paese decisivo per la missione nell’Asia era un altro: la Cina. Con la sua cultura, la sua storia, la sua grandezza, esercitava di fatto un predominio su quella parte del mondo”. “Dopo il Giappone torna a Goa e poco dopo s’imbarca di nuovo sperando di poter entrare in Cina”, ha proseguito il Papa: “Ma il suo disegno fallisce: egli muore alle porte della Cina, sulla piccola isola di Sancian, davanti alle coste cinesi, aspettando invano di poter sbarcare sulla terraferma vicino a Canton. Il 3 dicembre 1552, in totale abbandono, solo un cinese è accanto a lui a vegliarlo. Così termina il viaggio terreno di Francesco Saverio”. “Aveva soltanto quarantasei anni, aveva speso la vita con la missione, con lo zelo apostolico”, il ritratto a braccio di Francesco: “parte dalla Spagna colta e arriva davanti al Paese più colto del mondo in quel momento, e muore davanti alla grande Cina, accompagnato da un cinese: tutto un simbolo”.