Mettendo in guardia contro il “regresso democratico”, i leader del Consiglio d’Europa hanno adottato, in conclusione del summit in Islanda, i “Principi di Reykjavik per la democrazia”, una serie di principi che devono essere rispettati dagli Stati democratici, come la libertà di espressione, riunione e associazione, istituzioni indipendenti, magistrature imparziali ed efficaci, la lotta contro corruzione e partecipazione democratica della società civile e dei giovani. I leader dei 46 Stati membri hanno riaffermato il loro “impegno profondo e costante nei confronti della Convenzione europea dei diritti dell’uomo, il loro risoluto impegno nei confronti del sistema della Convenzione come meccanismo per promuovere la pace e la stabilità in Europa e il loro obbligo incondizionato di attenersi alle sentenze definitive della Tribunale”.
Per quanto riguarda l’ambiente, i leader hanno affermato che “i diritti umani e l’ambiente sono intrecciati e che un ambiente pulito, sano e sostenibile è la chiave per il pieno godimento dei diritti umani”. Il lavoro del Consiglio d’Europa in questo settore dovrebbe basarsi sul “riconoscimento politico del diritto a un ambiente pulito, sano e sostenibile come diritto umano e sull’ampia giurisprudenza sviluppata dalla Corte europea dei diritti dell’uomo”.
Infine, il vertice ha approvato una serie di altre priorità del Consiglio d’Europa: il significato dell’adesione dell’Unione europea alla Convenzione europea dei diritti dell’uomo; nuovi standard per la tutela dei diritti umani nell’era digitale online e offline, in particolare per quanto riguarda l’intelligenza artificiale; la promozione dei diritti sociali in Europa attraverso la Carta sociale; proseguire la cooperazione con le forze di opposizione democratica bielorusse, nonché con i difensori dei diritti umani bielorussi e russi, i media liberi e la società civile indipendente.