Non solo l’Intelligenza artificiale (Ia) ha bisogno di regole internazionali, ma anche le persone hanno bisogno di una maggiore educazione etica per essere in grado di gestire l’Ia con attenzione: questo è ciò che ha affermato don Elmar Nass, esperto di etica sociale ed economica, in un’intervista odierna rilasciata al gruppo redazionale dei media cattolici austriaci. Benché l’Ia possa già ottimizzare i processi di lavoro nella scienza, nella tecnologia e nella medicina, il pericolo è in agguato – a suo avviso – quando la responsabilità delle proprie azioni viene affidata a un robot o un algoritmo: “dietro, c’è il comprensibile desiderio di ridurre l’errore umano con una decisione matematicamente perfetta”. “Se ti fidi ciecamente solo dei calcoli matematici esatti, la dignità umana e la moralità non giocano più un ruolo e c’è il rischio che le discussioni razionali e democratiche non siano più necessarie”, avverte Nass, che insegna presso l’Università di teologia cattolica di Colonia. A differenza dell’Intelligenza artificiale, gli esseri umani hanno un’anima e possono avere “incontri umani onesti”, dice Nass, per il quale è necessaria un’educazione etica nella ricerca e nella tecnologia sull’immagine umana, la comprensione dei valori, la responsabilità, la libertà e la consapevolezza del pericolo, nell’uso responsabile dell’Ia.