Un codice QR sul tesserino identificativo in possesso a tutti vescovi, sacerdoti e diaconi di Francia che può essere facilmente scansionato con uno smartphone, e permette immediatamente di avere accesso ai dati del sacerdote per sapere chi è e se ha o meno restrizioni specifiche all’esercizio del suo ministero, ma senza specificarne la natura, per rispettare la riservatezza dei dati personali. L’iniziativa è presentata sul sito della Conferenza episcopale francese ed è una delle novità decise in Assemblea plenaria dai vescovi di Francia tra le misure intraprese per combattere la violenza sessuale e gli abusi nella Chiesa e garantire sempre maggiore sicurezza. Ogni sacerdote – anche in Italia – ha un “celebret”. Si tratta di un documento che attesta che è stato ordinato validamente, che è assegnato ad una diocesi o a una comunità e che può celebrare i sacramenti. È rilasciato dall’autorità ecclesiastica (il vescovo per i sacerdoti diocesani, e il superiore maggiore per i sacerdoti religiosi). Il documento può essere richiesto durante un viaggio fuori dalla diocesi di appartenenza, all’estero, nei santuari o nelle parrocchie, o in occasione di grandi eventi come le Giornate mondiali della gioventù (Gmg), per fornire la prova che un sacerdote è qualificato per dare i sacramenti, e non è soggetto a nessuna restrizione che impedisca le sue facoltà sacramentali. I vescovi francesi – riuniti in assemblea a Lourdes nel 2021, – avevano deciso la creazione di un modello nazionale unico di “celebret”. L’iniziativa fu presa – spiega la Cef – per “conformare il documento tra le diocesi e le comunità religiose, fornire un mezzo per aggiornare in tempo reale sulle autorizzazioni e restrizioni” e “impedire agli impostori (falsi sacerdoti o diaconi) di continuare ad agire a danno dei fedeli e dei sacramenti, creando falsi celebret”. Si tratta di una carta d’identità personale, sulla quale viene riportata una foto; informazioni sull’incardinazione; nome, cognome, data e luogo di nascita del sacerdote e informazioni sulla sua ordinazione. Include anche un identificatore personale univoco (ID) e un codice QR. Scansionando il codice con uno smartphone o un tablet, è possibile accedere ai dati aggiornati del sacerdote e sapere se ha o meno restrizioni specifiche all’esercizio del suo ministero.
Hanno diritto a chiedere il “documento” tutti coloro che sovrintendono a un evento religioso (un raduno, un pellegrinaggio, una messa). “Se il ministro ordinato rifiuta di presentare la tessera, non potrà celebrare”, si legge sul sito della Cef. Occorre invece un codice riservato, per aver accesso alle informazioni relative ad autorizzazioni ed eventuali restrizioni. Le informazioni contenute nel dispositivo, saranno aggiornate dalle diocesi, tramite vescovi per i sacerdoti diocesani, e dai superiori maggiori per i sacerdoti religiosi. Durante l’Assemblea plenaria del marzo 2023, i vescovi hanno ricevuto il loro “ celebret”. Per loro si è infatti conclusa la raccolta dei dati destinati alla compilazione dell’elenco nazionale protetto a cui il dispositivo è connesso. Questo nuovo sistema è quindi già operativo per i vescovi. Per quanto riguarda i 13.000 sacerdoti francesi, e i 3.000 diaconi permanenti, è in corso un lavoro di raccolta dati, in collaborazione con la Corref (Conferenza dei religiosi e delle religiose di Francia). Una volta completata la raccolta e l’inserimento delle informazioni, verranno rilasciate le carte d’identità e poi, dopo aver registrato eventuali restrizioni, ogni diocesi o congregazione religiosa le consegna ai sacerdoti e ai diaconi. Questa fase, già avviata, proseguirà probabilmente fino all’inizio del prossimo anno scolastico.