Sugli aspetti che riguardano la disabilità nel decreto lavoro approvato del Consiglio dei ministri il 1° maggio è sceso un diffuso silenzio sui contenuti appena presentati. Eppure, quanto approvato, ora al vaglio delle Camere, non rappresenta certo una svolta né favorevole né epocale per le persone con disabilità. Anzi, secondo CoorDown suscita molte perplessità. Molti i punti da analizzare, secondo CoordDown: l’Assegno di inclusione che sostituisce il Reddito di cittadinanza prevede criteri così stringenti che la quasi totalità delle persone con disabilità ne rimarranno escluse, anche se in gravi difficoltà economiche. Gli incentivi poi introdotti per l’assunzione dei titolari di Assegno di inclusione assai di rado potranno così riguardare le persone con disabilità, già largamente escluse dal mercato del lavoro. Anche i contributi per la mediazione all’assunzione e l’affiancamento al lavoro risultano oltre che scarsamente applicabili, minimi e molto al di sotto delle reali risorse necessarie. Lascia perplessi, denuncia Coordown, anche il Fondo a favore delle organizzazioni del Terzo settore che assumono giovani con disabilità: sarebbe preferibile vederli assunti nell’ordinario mercato del lavoro oppure vedere rifinanziato il Fondo per il collocamento mirato. Quanto allo schema di decreto legislativo che introduce norme relative per la “riqualificazione dei servizi pubblici per l’inclusione e l’accessibilità” a ben vedere appare come la presa d’atto del fallimento di molte norme già vigenti proprio su quegli aspetti come su altri, presa d’atto che assolve da responsabilità pregresse. Antonella Falugiani, Presidente di CoorDown spiega “Nello scorso mese di marzo abbiamo condiviso con il Ministro Locatelli, la necessità di intervenire su molti aspetti normativi che riguardano le persone con disabilità e qui rinnoviamo la disponibilità di CoorDown, Coordinamento nazionale Associazioni delle persone con sindrome di Down, a proseguire nel dialogo e nel confronto. Sulle criticità rilevate e sui possibili emendamenti estendiamo il medesimo costruttivo atteggiamento alle Camere e alle Commissioni che stanno esaminando quel decreto con la speranza che le lacune possano essere sanate se vogliamo tutelare, nel miglior modo possibile, l’interesse delle persone che rappresentiamo”.