“La scuola cattolica educa “la persona” in tutte le sue dimensioni e soprattutto lo fa con la consapevolezza di dover cooperare con chi tale compito lo ha naturalmente, padri e madri, a cui la scuola si affianca, mettendosi al loro servizio, per educare – attraverso la bellezza e l’amore – i fanciulli e i ragazzi. Educare, cioè insegnare loro a dare un senso alle cose”. Lo ha detto l’arcivescovo di Firenze, card. Giuseppe Betori, che ha partecipato al convegno di Fism Toscana (Federazione italiana scuole materne) dal titolo “Dal nido gratuito alla parità scolastica. La bellezza delle opere che educano”, che si è svolto ieri a Firenze. “La bellezza e il bene che la scuola cattolica fa ogni giorno devono trovare un riconoscimento pubblico, che la storia le ha già inequivocabilmente e compiutamente assegnato, ma le istituzioni, purtroppo, non hanno ancora pienamente e concretamente riconosciuto”, ha osservato il cardinale.
Dalle parole di Betori emerge l’esigenza che si riconoscano all’intera scuola paritaria “piena dignità e concreta possibilità di realizzare la sua missione”, evidenziando che “è anch’essa ‘pubblica’, perché aperta a tutti, dovendo quindi poter godere di piena cittadinanza e parità di diritti oltre che di doveri”. “La novità ‘politica’ che nel vostro raduno oggi affrontate, in merito al provvedimento che la Regione Toscana assumerà dal prossimo anno educativo, cioè quello di sostenere le spese per il Nido d’Infanzia di gran parte delle famiglie toscane, è un passaggio estremamente importante e denso di significato”. “L’asilo nido è il primo luogo in cui un bambino viene accolto dopo il nucleo familiare. Il mondo Fism e le scuole cattoliche della nostra regione da anni realizzano servizi per i bambini più piccoli e contribuiscono in maniera eccellente e numericamente significativa per rispondere alle esigenze di molte famiglie”.
Infine, l’augurio e l’auspicio del card. Betori: “Davvero questo provvedimento che la Regione ha assunto, riconoscendo la valenza non solo ‘sociale’ ma anche ‘educativa’ dei servizi zero-tre anni, possa essere per il legislatore nazionale uno stimolo a fare quel passo che ancora manca a una piena parità scolastica, in cui lo Stato riconosca, a chi sceglie un luogo educativo e una scuola che opera con serietà e professionalità, gli stessi diritti che riserva a tutti gli altri, compreso quello per cui i genitori non debbano sostenere spese aggiuntive”.