Diocesi: Reggio Emilia-Guastalla, il card. Ruini vescovo da 40 anni

Quarant’anni fa, il 16 maggio 1983, Papa Wojtyla nominava mons. Camillo Ruini vescovo titolare di Nepte e ausiliare della diocesi di Reggio Emilia-Guastalla. A ricordarlo è la sua diocesi d’origine, che in una nota ripercorre la biografia del cardinale. Il successivo 29 giugno nella cattedrale di Reggio Emilia, gremita di fedeli e di amici, il vescovo Gilberto Baroni – che lo stesso Ruini definì “padre, maestro e guida nella missione sacerdotale e poi episcopale” – lo consacrava vescovo. Mons. Ruini scelse come motto episcopale il versetto del Vangelo di San Giovanni: “La verità vi farà liberi”. Nel discorso che il neo vescovo Camillo pronunciò al termine della liturgia di consacrazione episcopale – sottolinea la diocesi – era già delineato un “programma” di “ministero episcopale che, circoscritto in quel momento alla nostra diocesi, si è poi esteso, nel corso di vari lustri, alla Chiesa italiana”. “Vorrei prendere l’impegno di servire con ogni mia energia la Chiesa e la gente di queste terre, a cominciare dai più piccoli e dai più indifesi. Di essere segno di unità, in totale consonanza, ubbidienza e comunione con l’unico pastore della diocesi, il vescovo Baroni. Vorrei saper essere veramente fratello e segno di fraternità sacerdotale con tutti i presbiteri”. Profondo è sempre stato il legame di Ruini con mons. Baroni; lapidariamente lo definì “il vescovo: uomo di Dio, sposato alla sua Chiesa”.
Nato a Sassuolo il 19 febbraio 1931, dopo gli studi liceali il futuro porporato ha compiuto presso la Pontificia Università Gregoriana gli studi filosofici e teologici in qualità di alunno dell’Almo Collegio Capranica, conseguendo la licenza in filosofia e la laurea in teologia. È stato ordinato sacerdote l’8 dicembre 1954 proprio nella cappella dell’Almo Collegio Capranica di Roma dal vescovo Luigi Traglia, vicegerente della diocesi di Roma. Il ventitreenne “don Camillo” era allora studente nella Pontificia Università Gregoriana. Nella città natale di Sassuolo presiedeva la prima santa messa la mattina della domenica 12 dicembre nella collegiata di San Giorgio Martire. Conclusi gli studi a Roma e rientrato definitivamente in diocesi nel 1957, durante l’episcopato del vescovo Beniamino Socche, è divenuto docente di filosofia nel Seminario diocesano, inaugurato da tre anni. Dal 1958 al 1966 ha ricoperto l’incarico di assistente dei Laureati cattolici e successivamente del Movimento ecclesiale di impegno culturale. Nel 1966 il vescovo Gilberto Baroni lo ha nominato delegato vescovile per l’Azione Cattolica, incarico che ha ricoperto sino al 1970. Nel 1968, istituito a Reggio Emilia lo Studio teologico interdiocesano ne è divenuto docente di Teologia dogmatica e contemporaneamente preside, formando generazioni di sacerdoti e di laici. Lo stesso anno il vescovo Baroni gli affidava l’incarico di vicario episcopale per l’apostolato dei laici, ufficio che ha ricoperto sino al 1986. Sempre nel 1968 mons. Baroni lo nominava presidente del Centro Giovanni XXIII – “il Giovanni” come era abitualmente chiamato, con sede in via Prevostura 4 – istituzione culturale che ha guidato con saggezza e ricchezza di attività. Il 1° novembre 1975 sempre il vescovo Baroni lo nominava presidente della Consulta diocesana, poi interdiocesana, per la pastorale scolastica. Ha avuto attiva parte nella organizzazione e nella conduzione del Sinodo diocesano sull’evangelizzazione in terra reggiana e guastallese. La nomina ad ausiliare era solo il primo gradino di un “cursus honorum” che ha portato “don Camillo” a responsabilità sempre più alte, sino alla presidenza della Cei e a ricoprire per la diocesi di Roma l’incarico di vicario di due Papi: Giovanni Paolo II e Benedetto XVI; nonché alla porpora cardinalizia. Il 28 giugno 1986 Giovanni Paolo lo nominava segretario generale della Conferenza episcopale italiana; il 17 gennaio 1991 Papa Woytjla lo elevava alla dignità di arcivescovo e lo eleggeva suo pro-vicario per la diocesi di Roma; il 7 marzo 1991 Papa Wojtyla lo voleva presidente della Cei e lo creava cardinale nel Concistoro del 28 giugno 1991, del titolo di Sant’Agnese fuori le mura; il successivo 1° luglio fu nominato vicario generale di Sua Santità per la diocesi di Roma. Papa Woytjla lo riconfermò per due quinquenni presidente della Conferenza episcopale italiana: il 7 marzo 1996 e il 6 marzo 2001, incarico mantenuto sino al 2008. Particolarmente attese e oggetto di ampia riflessione anche dal mondo politico sono state le sue prolusioni alle riunioni dei vescovi italiani, così come lo sono oggi i suoi puntuali interventi su tematiche ecclesiali, etiche e concernenti la politica nel suo senso più alto.

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