Come previsto dal sistema globale di allerta delle Nazioni Unite, domenica 14 maggio il ciclone Mocha si è abbattuto sull’area di Cox’s Bazar, in Bangladesh e, con ancora maggiore violenza, sulla costa occidentale del Myanmar, provocando sfollamenti, danni ad abitazioni e infrastrutture e un numero di vittime ancora indefinito, con migliaia di feriti.
“Si tratta di uno dei cicloni più violenti degli ultimi 10 anni, che investe popolazioni che sperimentano condizioni drammatiche, con oltre 7 milioni di persone che necessitavano di assistenza umanitaria già prima di questo evento meteorologico estremo – dichiara Simone Garroni, direttore di Azione contro la fame, che da anni opera in entrambi i Paesi con progetti sul campo –; ho visitato personalmente l’area di Cox’s Bazar dove sin dall’inizio dell’esodo Rohingya lavoriamo all’interno di uno dei più grandi campi profughi del Sudest asiatico, con oltre 1 milione di sfollati che vivono in una sterminata distesa di baracche e stradine, trasformate in fiumi di fango ad ogni pioggia, con gravi ripercussioni sulle condizioni igienico sanitarie e la sopravvivenza. Avendo visto le condizioni di quei luoghi è terribile immaginare quali possano essere le conseguenze del disastro naturale che oggi stanno vivendo”.
In Bangladesh, l’organizzazione è in stretto contatto con le autorità interessate per mettere al riparo le persone e i loro mezzi di sussistenza e adattare la risposta umanitaria in base alla rilevazione dei bisogni.
Qui Azione contro la fame già da tempo implementa il progetto Step per il rafforzamento delle azioni precoci basate su previsioni nelle regioni costiere soggette a cicloni.
Nel 2022, Azione contro la fame ha distribuito integratori alimentari a 50.525 donne e bambini nei campi profughi Rohingya. Inoltre, nelle aree soggette a cicloni, l’organizzazione lavora con le comunità locali per introdurre coltivazioni agricole adattabili al clima e resilienti.
In Myanmar Azione contro la fame è già attiva nello Stato di Rakhine, l’area colpita più violentemente dal ciclone. Ora l’organizzazione interverrà con assistenza sanitaria di base e supporto psicologico attraverso cliniche mobili per garantire l’accesso all’assistenza medica alle popolazioni colpite dal ciclone. Particolare attenzione sarà rivolta alle madri e ai bambini per evitare un deterioramento del loro stato nutrizionale; distribuzione di 7.400 saponi e 1.500 kit igienici per ridurre il rischio di malattie ed epidemie; trasporto di acqua e costruzione di punti di distribuzione temporanei in 25 villaggi per garantire la fornitura di acqua pulita e prevenire le malattie trasmesse dall’acqua; riparazione dei centri sanitari; costruzione di latrine di emergenza; pulizia e bonifica dei detriti e dei danni causati dal ciclone; pulizia e rimozione dell’acqua salata dai pozzi. In Myanmar il conflitto ha provocato lo sfollamento di oltre 2,7 milioni di persone e si prevede che 17,6 milioni necessiteranno di assistenza umanitaria entro il 2023. Nel Paese Azione contro la fame lavora da anni per implementare l’accesso ai servizi sanitari e la sicurezza nutrizionale negli Stati di Rakhine, Sagaing e Kayah.