“Rispondere alle necessità dei nostri giorni” e “rendere operative” le situazioni derivanti dagli impegni internazionali assunti dalla Sede Apostolica “con le rinnovate esigenze che tale aspetto specifico richiede”. E’ lo scopo della nuova legge fondamentale per lo Stato della Città del Vaticano, emanata oggi dal Papa in sostituzione di quella emanata il 26 novembre del 2000 da San Giovanni Paolo II. “Chiamato ad esercitare in forza del munus petrino poteri sovrani anche sullo Stato della Città del Vaticano che, il Trattato lateranense ha posto come strumento per assicurare alla Santa Sede l’assoluta e visibile indipendenza e per garantirle la sovranità anche nel campo internazionale – scrive Papa Francesco – ho ritenuto necessario emanare una nuova Legge Fondamentale per rispondere alle necessità dei nostri giorni”. Nella nuova legge, il Papa conferma “la pienezza della potestà di governo” del Sommo Pontefice “che comprende il potere legislativo, esecutivo e giudiziario” e “la singolare peculiarità e l’autonomia dell’ordinamento giuridico vaticano”, distinto da quello della Curia Romana. Confermata anche la competenza dello Stato sulle zone extra territoriali, cioè “l’esercizio di ogni potere conseguente sul territorio, definito dal Trattato lateranense, e negli immobili e nelle aree dove operano istituzioni dello Stato o della Santa Sede e sono vigenti, in forza del diritto internazionale, garanzie e immunità personali e funzionali”. Tra le novità della legge, l’ampliamento della Pontificia Commissione per lo Stato della Città del Vaticano, finora costituita solo da cardinali e in cui da oggi possono far parte anche i laiche e laici. Più stringente, infine, la regolamentazione del bilancio preventivo e consuntivo, con il piano triennale ella Commissione da sottoporre “direttamente all’approvazione del Sommo Pontefice”. Il bilancio, inoltre, deve assicurare “l’equilibrio” di entrate e uscite ed ispirarsi ai “principi di chiarezza, di trasparenza e di correttezza”.