Edith Stein e la teologia della disabilità saranno al centro di una iniziativa, su più giorni, che si svolgerà a Londra nel mese di luglio. La promuovono la Provincia inglese dei Carmelitani e Kairos Forum, su iniziativa di Cristina Gangemi, esponente cattolica della teologia della disabilità. “Nei miei studi su teologia pastorale e teologia della disabilità ho avuto modo di conoscere Edith Stein. Ho notato che i suoi scritti erano molto importanti per il discorso tra la teologia e la disabilità, perché la sua antropologia, il suo concetto di essere umano al mondo e il suo essere empatico era pieno di promesse – racconta -. Ma in Inghilterra è poco conosciuta e insegnata. Durante il mio percorso di dottorato, non sapevano chi fosse. Mentre in Italia abbiamo i migliori docenti”.
Da qui nasce l’iniziativa: il 2 luglio si terrà una giornata di celebrazioni nel monastero di Aylesford. “Sarà una giornata di celebrazioni, dove le persone con disabilità intellettiva possono incontrare Edith Stein, conoscerla e celebrare. Ed essere assieme come Chiesa”. Il 3 luglio, nella Camera dei Lord, è in programma un ricevimento con due relazioni di altrettanti studiosi sul valore della persona umana nello Stato e nella Comunità. Dal 4 al 6 luglio si svolgerà, infine, il convegno sul tema “il valore della persona umana nell’amore divino, incontrando Edith Stein”. “Nei miei studi sto cercando di sviluppare una ‘teologia di valoriabilità’, l’abilità di essere di valore, che non è una teologia nuova ma un ritorno al fatto che al centro della teologia c’è il valore della persona – aggiunge Gangemi -. Una persona disabile è vista come povera e malata e spesso viene indicata in questo ambiente. Guardando bene l’antropologia cattolica cristiana, non è la vulnerabilità che ci unisce ma il nostro valore. Però non sentivo abbastanza sottolineato il valore per le persone con vulnerabilità. Mentre in Edith Stein lo è. Così, nell’ambito della richiesta di renderla dottore della Chiesa, ho mandato una mia giustificazione per inquadrarla nell’ambito della teologia della disabilità”.