Il tema della natalità è “centrale per tutti, soprattutto per il futuro dell’Italia e dell’Europa”. Lo ha detto il Papa, nel discorso pronunciato oggi a Roma in occasione della terza edizione degli Stati Generali della Natalità. Poi il Papa ha raccontato a braccio “due fotografie che sono successe qui in piazza”: “Una settimana fa il mio segretario attraversava pizza e veniva un carrello col bambino. Lui si avvicinò per vedere il bambino, era un cagnolino. Quindici giorni fa, era l’udienza del mercoledì, vidi una signora cinquantenne, la saluto e lei apre una borsa, ‘me lo benedice il mio bambino?’. Un cagnolino. Non ho avuto pazienza e ho sgridato la signora: ‘Tanti bambini hanno fame, e lei col cagnolino?’. Se le cose cosi, sarà l’abitudine del futuro, stiamo attenti”. “La nascita dei figli è l’indicatore principale per misurare la speranza di un popolo”, la tesi di Francesco: “Se ne nascono pochi vuol dire che c’è poca speranza. E questo non ha solo ricadute dal punto di vista economico e sociale, ma mina la fiducia nell’avvenire”. Poi il riferimento alla situazione del nostro Paese: “Ho saputo che lo scorso anno l’Italia ha toccato il minimo storico di nascite: appena 393 mila nuovi nati. È un dato che rivela una grande preoccupazione per il domani”.