“La sfida della natalità è questione di speranza”. Ne è convinto il Papa, che nel discorso pronunciato a Roma in occasione della terza edizione degli Stati Generali della Natalità ha precisato: “la speranza non è, come spesso si pensa, ottimismo, non è un vago sentimento positivo sull’avvenire. Non è illusione o emozione; è una virtù concreta. E ha a che fare con scelte concrete. La speranza si nutre dell’impegno per il bene da parte di ciascuno, cresce quando ci sentiamo partecipi e coinvolti nel dare senso alla vita nostra e degli altri”. Nella visione del Papa, dunque, “alimentare la speranza è un’azione sociale, intellettuale, artistica, politica nel senso più alto della parola; è mettere le proprie capacità e risorse al servizio del bene comune, è seminare futuro. La speranza genera cambiamento e migliora l’avvenire”. “Mi piace pensare agli Stati generali della Natalità come a un cantiere di speranza”, l’immagine scelta da Francesco: “Un cantiere dove non si lavora su commissione, perché qualcuno paga, ma dove si lavora tutti insieme proprio perché tutti vogliono sperare. E allora vi auguro che questa edizione sia l’occasione per allargare il cantiere, per creare, a più livelli, una grande alleanza di speranza”.