“Rispetto a un mondo digitale, che caratterizza il più vasto mondo degli uomini, ci troviamo a dover operare un discernimento, tanto più, se lo vediamo in chiave educativa”. Lo ha detto mons. Roberto Repole, arcivescovo di Torino e vescovo di Susa, durante il seminario di studio nel contesto del cammino sinodale, intitolato “Quale educazione nei nuovi scenari culturali digitali?”, organizzato oggi dalla Cei per l’educazione cattolica, la scuola e l’università, presso l’Auditorium palazzetto Aldo Moro di Torino. “Penso – continua – alla interconnessione come strumento per una forma nuova di resistenza al totalitarismo. Non possiamo però non vedere le potenziali inquietudini: il mondo digitale ci rende sì tutti interconnessi ma potrebbe allentare i legami sociali autentici. Credo che oggi uno degli elementi di crisi delle democrazie moderne e dell’eccesso di violenza sia dovuto anche al mondo digitale e a ciò che può produrre. Ha senso che stamattina ci troviamo qui per ascoltare degli esperti, ciò può essere declinato in un atto di discernimento ponendoci due domande: cosa sta avvenendo e cosa possiamo fare considerando che siamo umani e nulla che non sia umano ci è estraneo?”.