Il 1223 è l’anno in cui la tradizione colloca gli episodi attribuiti a Sant’Antonio da Padova conosciuti come miracolo eucaristico (o ‘della mula’) e miracolo dei pesci, entrambi durante la sua predicazione a Rimini. Per celebrarne l’ottavo centenario, la diocesi di Rimini organizza una serie di iniziative lungo tutto l’arco della stagione estiva. Per l’occasione, è stato costituito un apposito Comitato, formato da diverse realtà culturali, civili e religiose del territorio. Le celebrazioni si apriranno l’8 giugno quando, dopo la Messa del Corpus Domini presso la chiesa di Sant’Agostino (via Cairoli 43), è previstala processione per le vie del centro storico riminese, con conclusione al Tempietto di Sant’Antonio, in piazza Tre Martiri. Momento centrale dei festeggiamenti è in programma il 13 giugno, con la Festa liturgica di Sant’Antonio, che prevede l’adorazione presso il Santuario dei Paolotti (Piazza Tre Martiri) dalle 8 alle 18, seguita dalla celebrazione liturgica presso la Cattedrale (alle 19), presieduta dal vescovo di Rimini, mons. Nicolò Anselmi. Arricchiscono le celebrazioni, da giugno ad agosto, diversi convegni e spettacoli musicali. A concludere, infine, il 1° ottobre si terrà un pellegrinaggio diocesano a Padova, al quale parteciperà anche il vescovo di Rimini. “Sono rimasto favorevolmente colpito dalla feconda presenza di Sant’Antonio a Rimini, così come dalle tracce non marginali di francescanesimo in Diocesi. – le parole di mons. Anselmi – In questa solenne occasione, il Corpo di Gesù in processione abbraccia e benedice tutte le persone della città di Rimini, esattamente come ha voluto fare Antonio 800 anni fa”. “Peccato che tanti segni della presenza di Antonio a Rimini siano andati distrutti, – aggiunge Marco Ferrini, portavoce del Comitato che organizza le iniziative – ma questo santo non è un ricordo del passato, bensì uno stimolo per vivere il presente, l’attualità. Antonio ha infatti utilizzato il metodo del dialogo, dell’incontro, rapportandosi con l’umano. Ha condannato l’ideologia e l’eresia, ma non le persone. Antonio ha dunque dei tratti in comune con Rimini, città vocata all’incontro, all’accoglienza e al dialogo”.