“Il processo si avvicina alla conclusione”. Lo ha detto il presidente del tribunale vaticano, Giuseppe Pignatone, all’apertura della 57ma udienza del processo in corso per gli investimenti finanziari della Segreteria di Stato a Londra. Il riferimento di Pignatone – ha spiegato il “pool” di giornalisti ammessi nell’Aula polifunzionale dei Musei vaticani – era agli avvocati di Cecilia Marogna, che finora non si sono mai presentati in aula: “Bisogna interpellarli, nel caso vogliano nominare un sostituto”, ha detto Pignatone rendendo noto che “il processo si avvia alla conclusione”. Al centro dell’udienza odierna l’interrogatorio del testimone Gianluigi D’Andria, funzionario della Wrm Capital, citato dalla difesa del finanziere, che lo ha interpellato sull’immobile di Sloane Avenue. “Era uno dei grandi progetti su cui si lavorava allora allora a Londra, uno dei progetti più importanti”, ha spiegato. A proposito dei rapporti tra il Credit Swisse, le banche svizzere e la Segreteria di Stato, D’Andria ha precisato: “non ne abbiamo mai avuto evidenza”. Durante l’interrogatorio con il Promotore di giustizia vaticano, Alessandro Diddi, si è parlato invece di una procura firmata dall’allora sostituto della Segreteria di Stato, mons. Edgar Peña Parra, che autorizzava mons. Alberto Perlasca a firmare gli atti. Poco dopo le 14, improvvisamente, Pignatone ha sospeso l’udienza “per un problema personale”, dando appuntamento alle 15.45. Alle 16 il giudice a latere del tribunale vaticano, Venerando Marano, si è fatto eco di una comunicazione di Pignatone per dire che l’udienza non sarebbe ripresa, ma continuata domattina con l’interrogatorio del cardinale Leonardo Sandri, il proseguimento dell’interrogatorio di D’Andria e l’ascolto di eventuali altri testimoni.