La Fondazione Giuseppe Lazzati, l’Azione cattolica ambrosiana, l’Istituto secolare Cristo Re e l’associazione Città dell’Uomo, nel 37° anniversario della morte del venerabile Giuseppe Lazzati, promuovono a Milano un incontro di preghiera e riflessione sabato 13 maggio. Il programma prevede alle 10 la celebrazione eucaristica presieduta dal cardinale Marcello Semeraro, prefetto del Dicastero per le Cause dei santi, nella chiesa di Sant’Antonio (adiacente alla sede dell’Azione cattolica ambrosiana, in via Sant’Antonio 5). Alle 11.15, nei locali della sede Ac, il cardinale proporrà una testimonianza sulla figura di Giuseppe Lazzati e sul suo contributo alla teologia del laicato.
“Lazzati non si è mai considerato propriamente un teologo. Tuttavia, la sua formazione patristica e la costante attenzione alla produzione teologica in materia di ecclesiologia, con all’interno il ruolo dei laici, lo rendevano sicuro esperto sull’argomento”, afferma Luciano Caimi, presidente di Città dell’uomo. “La sua riflessione al riguardo prese consistenza fra gli anni Quaranta e Cinquanta, in una stagione ricca di approfondimenti teologici sul tema”. Lazzati nel 1962 “raccoglieva nel volumetto ‘Maturità del laicato’ (La Scuola, Brescia) una serie di riflessioni elaborate nel corso di un decennio. Il titolo aveva un sotteso auspicio. La maturità, più che dato acquisito, indicava infatti un traguardo verso cui tendere, nella convinzione che l’intera missione della Chiesa nel mondo non si sarebbe potuta esprimere e dilatare pienamente, senza adeguata consapevolezza dei laici circa il proprio ruolo e le relative responsabilità”.
“Poi fu il Concilio, salutato dal professor Lazzati con grande entusiasmo. Nella Costituzione dogmatica Lumen gentium egli vide rappresentata al meglio, entro un rinnovato profilo ecclesiologico, la figura del fedele laico, per vocazione chiamato a ‘cercare il Regno di Dio trattando le cose temporali e ordinandole secondo Dio’ (n. 31). Da allora Lazzati, ovunque fosse invitato (parrocchie, diocesi, seminari, associazioni…), si rese disponibile per illustrare l’insegnamento conciliare sul tema, sempre più convinto che la questione dei laici risultasse dirimente per la stessa missione della Chiesa nel mondo”.
Dagli anni Settanta-Ottanta, sottolinea Caimi, la teologia del laicato “ha progressivamente ceduto il passo. Sino, di fatto, a dichiarare, nei decenni più vicini a noi, una sorta di definitivo congedo. Negli ultimi anni di vita, Lazzati fece in tempo a registrare la linea di tendenza in corso. E grande fu il rammarico. Resta la sua esemplare testimonianza di fedele laico e l’indefesso impegno per aiutare i fratelli laici a comprendere l’alto valore della propria vocazione”.