“Sogno una scelta missionaria capace di trasformare ogni cosa, perché le consuetudini, gli stili, gli orari, il linguaggio e ogni struttura ecclesiale diventino un canale adeguato per l’evangelizzazione del mondo attuale, più che per l’autopreservazione”. Sono queste parole di Papa Francesco (Evangeli Gaudium 27) che hanno introdotto il 3 e 4 maggio a Villa San Carlo di Costabissara una nuova seduta del Consiglio presbiterale diocesano, chiamato dal vescovo di Vicenza a proseguire la riflessione avviata prima di Pasqua sul ripensamento della presenza della Chiesa nel territorio vicentino. Se da un lato, a preoccupare sono infatti soprattutto il calo numerico e l’invecchiamento del clero, ma anche la flessione demografica e il diminuire delle presenze alle messe domenicali, dall’altro cresce la consapevolezza che la risposta non può fermarsi al piano meramente gestionale delle attuali strutture, ma deve saper trasformare la crisi di oggi in un’opportunità per rinnovare lo slancio missionario ed evangelizzante della comunità cristiana. Detto in estrema sintesi, ciò che non serve più per annunciare il Vangelo può essere abbandonato senza troppe remore o nostalgie, mentre è importante individuare luoghi, tempi, modi nuovi per annunciare Gesù Cristo e testimoniare la sua carità nel mondo di oggi. Ecco perché il confronto sui temi più propriamente pastorali è stato preceduto anche da uno sguardo alla situazione economica generale della diocesi, dove a preoccupare sono soprattutto i costi ordinari di gestione e mantenimento di alcune strutture diocesane, il cui utilizzo deve essere evidentemente a breve ripensato e razionalizzato.
“I fondi 8xmille alla diocesi e la generosità di tanti fedeli permettono anche di portare avanti numerosissime opere di solidarietà, sia nel territorio che in terra di missione. La recente nuova campagna di sensibilizzazione della Cei alla firma a favore della Chiesa cattolica nella dichiarazione dei redditi – si legge in una nota della diocesi diffusa oggi – invita a far conoscere maggiormente anche a livello locale ciò che questi fondi permettono di realizzare”. Sul piano più pastorale, i lavori del Consiglio presbiterale sono poi ruotati attorno ad alcune questioni “fondamentali”: la definizione di un orizzonte temporale preciso entro cui annunciare e realizzare le nuove unità pastorali allargate, coinvolgendo nei processi decisionali tutto il presbiterio e le singole comunità cristiane; le forme possibili della vita comune tra i preti e l’importanza di una maggiore condivisione e adesione agli orientamenti diocesani; una più convinta valorizzazione dei diaconi, dei consacrati e delle consacrate e, non da ultimo, dei ministeri laicali, sia nella fase attuale di discernimento che poi nella rinnovata cura pastorale delle comunità.