“Sono in atto da anni guerre di aggressione con bombardamenti a tappeto con ogni arma possibile, uccisioni, saccheggi, stupri. Le persone non contano più niente perché prima viene l’interesse di parte, dimenticando il primato che ha la salvaguardia della vita umana”. A denunciarlo è mons. Giuseppe Pellegrini, vescovo di Concordia – Pordenone, nell’omelia della messa di Pasqua. “Un’altra grave conseguenza della guerra – aggiunge – è la continua corsa agli armamenti e il commercio delle armi in tanti paesi del mondo, convinti che sia la strada più veloce e praticabile per arrivare alla pace. Purtroppo, questa convinzione si sta diffondendo sempre di più, a partire dai governanti fino ad arrivare anche a noi.” Il presule indica una possibile soluzione: “è necessaria, però, la conversione del cuore, per trovare la soluzione dei conflitti nel dialogo e nella diplomazia e non nella forza e nelle armi.” Proprio come è raccontato nel Vangelo che “mentre Gesù viene arrestato, Pietro, per legittima difesa, prende in mano la spada e taglia l’orecchio al servo del sommo sacerdote. La risposta di Gesù è precisa: ‘Rimetti la spada nel fodero’ (Giovanni 18,11), per dirci che non è la violenza ma l’amore a vincere!”.
Davanti alla situazione di buio anche della società, per mons. Pellegrini “l’unico modo per sconfiggere la paura è fidarsi e credere nella presenza viva di Gesù, diventandone testimoni e annunciatori. Annunciatori di speranza davanti all’umanità, con la gioia interiore che nasce dall’aver sperimentato l’amore e la misericordia del Padre.” Bisogna però “vedere non solo con gli occhi, ma vedere con il cuore che ama”, come hanno fatto le donne al sepolcro. Il vescovo conclude che è la pace “il grande dono pasquale del risorto”: essa “non è sola mancanza di guerra perché, prima di diventare un atteggiamento sociale e relazione, è una trasformazione e rinnovamento del cuore e della vita di ogni persona.”