“Le celebrazioni della Settimana Santa non sono affatto riti vuoti o superstiziosi. Alludono all’evento misterioso avvenuto nella notte del Sabato Santo nella tomba di un giardino di Gerusalemme”. Così mons. Gianpiero Palmieri, vescovo di Ascoli Piceno, nel messaggio per la Pasqua. “Si tratta – spiega il presule – di un fatto non descritto da nessuno, mai visto da nessuno. La liturgia romana ci dice, nel canto solenne che precede le funzioni della notte di Pasqua: ‘O notte beata, tu sola hai meritato di conoscere il tempo e l’ora in cui Cristo è risorto dai morti’. In quella notte lo Spirito Santo è sceso con tutta la sua potenza divina sul cadavere di Gesù e lo ha reso ‘spirito vivificante’ (lettera di san Paolo ai Romani 1,4)”. È stato come “uno scoppio di luce e di gioia, di vita e di speranza – prosegue il vescovo -. Là dove c’era un corpo morto e una tomba senza speranza è iniziata un’illuminazione del mondo che dura fino ad oggi. Lo Spirito ha dato a Gesù la capacità di trovarsi presente ovunque, in qualunque luogo e tempo della storia: ‘Io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo’ (Mt 28). Ed è questo che noi sperimentiamo, credenti e non credenti, per il solo fatto di essere uomini e in quanto tali esposti alla luce del Risorto: anche in mezzo alle situazioni più dure, i dolori e ai lutti della vita, agli orrori dei violenti e alle deprivazioni della miseria, lo Spirito del Risorto ci fa rialzare in piedi e ci spinge a lottare e ad amare”. Egli, conclude Palmieri, “è vivo al nostro fianco: i cristiani lo vedono, lo sentono, lo riconoscono ogni volta nello spezzare del pane”.