“È il giorno della passione e morte di Gesù. Non è un ricordo che rivediamo come in un film. È la contemplazione dell’umanità, assunta da Gesù e che ogni giorno viene derisa, umiliata, condannata, uccisa. E’ il grido innocente soffocato di chi chiede libertà. È il grido innocente stroncato da un invasore con la mania del potere. E’ il grido innocente annegato in acque salate a pochi metri dalla riva. È la carne di Cristo che continua ad essere flagellata e il cui sangue viene versato sulla terra, nei cieli, nei mari. Innocenti che patiscono e muoiono perché ci sono sempre coloro che continuano ad incitare le coscienze: Crocifiggilo!”. Inizia così la meditazione, dal titolo “Dalla Via Crucis alla Via Lucis“, scritta per il Venerdì Santo da mons. Antonio Giuseppe Caiazzo, arcivescovo di Matera-Irsina, all’indomani del naufragio avvenuto sulle coste della sua terra dove, a pochi metri dalla riva di Steccato di Cutro, un centinaio di persone hanno trovato la morte e la fine di un sogno. Saranno queste riflessioni ad accompagnare, lungo dieci stazioni, il cammino della Via Crucis del Venerdì Santo che prenderà le mosse domani in tutti i comuni delle diocesi sorelle di Matera-Irsina e di Tricarico. E sarà dedicata proprio ai migranti – informa l’Ufficio comunicazioni sociali della diocesi – l’intenzione di preghiera, secondo quando chiesto dai vescovi italiani qualche anno fa: “Per tutti i migranti e, in particolare, per quanti tra loro hanno perso la vita in mare, naviganti alla ricerca di un futuro di speranza. Risplenda per loro il tuo volto, o Padre, al di là delle nostre umane appartenenze e la tua benedizione accompagni tutti in mezzo ai flutti dell’esistenza terrena verso il porto del tuo Regno. Al cuore delle loro famiglie, che non avranno mai la certezza di ciò che è successo ai loro cari, Dio sussurri parole di consolazione e conforto. Lo Spirito Santo aleggi sulle acque, affinché siano fonte di vita e non luogo di sepoltura, e illumini le menti dei governanti perché, mediante leggi giuste e solidali, il Mare Nostrum, per intercessione di san Benedetto, patrono d’Europa, sia ponte tra le sponde della terra, oceano di pace, arco di fratellanza di popoli e culture”.