“La ricostruzione, la ripresa, il dover ricominciare da zero sono una sfida quasi impossibile da accettare. Eppure il miracolo è che, nonostante il quasi milione di morti stimati, nonostante la distruzione di scuole, ospedali, fabbriche, la vita vince, vuole intraprendere un cammino verso orizzonti di speranza e di pace possibili”. È un passaggio del messaggio di Pasqua che la missionaria salesiana suor Laura Girotto, invia a tutti gli amici e benefattori della sua missione ad Adwa nella regione nord occidentale dell’Etiopia (Tigray) al confine con l’Eritrea. “Gesù è risorto dopo tre giorni dalla crocifissione. Ad Adwa, dopo tre anni di dolore e guerra impossibili da descrivere, finalmente si accendono luci di rinascita, di risurrezione” scrive la religiosa nella lettera resa nota dall’Associazione “Amici di Adwa” (www.amicidiadwa.org) e nella quale fa il punto della situazione nella missione: “Stiamo riaccogliendo i bambini e le loro famiglie e moltissimi altri mai visti prima. La scuola non è ancora ripresa anche se, grazie a Dio, la nostra non è stata toccata dalla guerra. Ma abbiamo spalancato i cancelli e il cuore a tutti quelli che cercano un luogo finalmente sicuro dove riprendere ad essere bambini e giocare”. “Ci sono ancora centinaia di migliaia di rifugiati che hanno perso tutto. Ne nutriamo il maggior numero possibile con quanto è disponibile, ascoltiamo quello che si sentono di raccontare, diamo loro vestiti e coperte. Per i bambini è incredibile quali miracoli possano compiere un pallone da calcio, un pane fresco, qualche patatina fritta, un po’ di musica allegra” rivela la suora. Nonostante le scuole non sono ancora state riaperte in Tigray “portiamo i ragazzi in classe ogni tanto perché riprendano confidenza con penne e quaderni che purtroppo sono scarsissimi. Quando li raduniamo in gruppi di lavoro e li lasciamo liberi di disegnare, i loro soggetti sono sempre armi, bombe, droni, incendi, violenza, persone uccise. Questo dice il trauma profondo che le creature portano dentro, forse a livello inconscio. Occorrerà molto tempo per curare ferite le cui cicatrici non scompariranno mai”. Purtroppo, aggiunge suor Laura, non si hanno notizie “di molti dei ragazzi e ragazze delle classi dalla seconda media in su, che l’anno scorso sono stati chiamati a combattere. Anche le famiglie sono all’oscuro della loro sorte: li si aspetta con grande speranza, ma il silenzio delle autorità a loro riguardo è difficile da sopportare”. Nonostante tutto questo, “la speranza è viva, si guarda e si progetta il futuro. Il nostro ospedale, miracolosamente risparmiato come la missione, ha salvato decine di migliaia di vite. Ora si tratta di riprendere i lavori per il completamento della seconda ala, interrotta da tre anni. Anche per questo abbiamo bisogno del vostro aiuto. Infatti abbiamo usato parte del denaro destinato ai nuovi muri per nutrire e curare la gente, i feriti, per mantenere in vita la vita. Per questo restateci vicini, facciamo sì che questa Pasqua 2023 sia davvero di Risurrezione per il mondo intero”.