“Augurarci ‘Buona Pasqua’ è esprimere il desiderio di poter incontrare segni e tracce del Signore risorto, e in lui riconoscere che la nostra vita e la nostra storia, per quanto convulse e ferite, hanno un destino buono, camminano verso la pienezza della vita e della risurrezione”. Lo scrive mons. Corrado Sanguineti, vescovo di Pavia, nel messaggio pasquale pubblicato sull’ultimo numero del settimanale diocesano “Il Ticino”.
Nella sua riflessione, il presule richiama le “situazioni di povertà e di disagio, di solitudine e di sofferenza vicino a noi, nelle famiglie, negli anziani, in non pochi adolescenti e giovani confusi e intimoriti davanti al futuro”. E poi “sentiamo l’eco vicina di rumori di guerra, con paure e interrogativi su sviluppi imprevedibili: da più di un anno prosegue la guerra d’aggressione all’Ucraina e sembra che all’orizzonte non si veda via d’uscita, che si parli solo con il linguaggio delle armi, tanto che rischiamo di rassegnarci a questa guerra, come alle altre, di cui si parla poco o nulla. Sono ben 169 i conflitti in atto nel mondo!”. E, ancora, “gli arrivi di migranti da Paesi in guerra o sfregiati dalla miseria, dalla mancanza di prospettive, da regimi violenti e inumani”: “non è più un’emergenza, è un fenomeno globale che in realtà coinvolge molte nazioni del mondo, aggravato dalla follia delle guerre, davanti al quale nessuno ha la soluzione pronta, ma tutti dovrebbero lasciarsi interpellare, in particolare la nostra Europa, invecchiata e tentata di chiudersi nei suoi confini”.
Mons. Sanguineti sottolinea che “viviamo la contraddizione tra il senso e il desiderio di vita e di ripresa, che permangono al fondo del cuore, e questi segni di morte, che sembrano far vincere la logica cinica di un potere disinteressato al vero bene delle persone e dei popoli”. “La Pasqua – continua – ritorna come l’annuncio di un fatto nuovo, accaduto nel passato, eppure sempre attuale, sorgente di una vita che si attesta nella testimonianza della comunità cristiana e che si mostra con più forza nell’umanità cambiata di testimoni che possiamo incrociare”. La resurrezione di Gesù – conclude – “è la sorgente di una speranza invincibile”. “Da allora c’è una presenza nuova, che continua a entrare in dialogo con il cuore di ogni uomo, raggiunto da questo annuncio e dal dono di una testimonianza, ed è la presenza viva di Gesù che apre il cuore e ci spinge a condividere le fatiche e le sofferenze dei nostri fratelli uomini”.