Pasqua: mons. Sacchi (Casale Monferrato), “la nostra speranza è viva e non muore più”

“Abbiamo attraversato tre anni da quei tragici giorni del marzo 2020 in cui è iniziata la pandemia e stiamo da poco riprendendo in mano la nostra vita e tante relazioni che si erano interrotte o raffreddate. Questa Pasqua ritorna per farci alzare lo sguardo e vedere che la pietra è già stata rotolata via, benché fosse grande. La pesante pietra non c’è più. Gesù di Nazaret, il crocifisso, non è nel sepolcro. È vivo!”. Lo scrive mons. Gianni Sacchi, vescovo di Casale Monferrato, nel messaggio pasquale pubblicato dal settimanale diocesano “La Vita casalese” e dal mensile “La grande famiglia”.
La riflessione del presule si apre ricordando che “il mattino della prima Pasqua della storia, quando è ancora buio, alcune donne vanno verso il giardino dei sepolcri. Hanno con sé aromi e profumi, per ungere il corpo di Gesù. C’è silenzio tutto intorno, si percepisce solo il loro camminare svelto, come il rincorrersi dei loro pensieri segnati soprattutto dal dolore e dallo smarrimento che ha sconvolto tutti”. “Ma – prosegue – un pensiero che emerge sopra gli altri è una domanda: ‘Chi ci farà rotolare la pietra dall’ingresso del sepolcro?’”. “Questa domanda – osserva mons. Sacchi – le riporta tutte alla concretezza della vita. Il Maestro che hanno seguito e servito è morto. È stato ucciso in modo tragico e violento. Vorrebbero prestargli l’ultimo gesto di amore: ungere quel corpo piagato e torturato e chiudere così definitivamente la vicenda”. “Chi ci toglierà quella pietra?”, prosegue il vescovo, rilevando: “Quante volte anche noi ci siamo trovati di fronte a situazioni disperate senza via di uscita? Quante situazioni pesanti come pietre chiudono il nostro cuore?”.
Con la Pasqua, evidenzia mons. Sacchi, “la nostra speranza è viva e non muore più. L’amore ha vinto la morte e quando noi intensamente amiamo con l’amore che riceviamo dal Risorto, vinciamo ogni morte”. “Le nostre comunità e le nostre famiglie – l’esortazione del vescovo – diventino luoghi in cui le persone sono accolte e amate. Dove l’unico giudizio è quello della croce di salvezza e non il nostro”. “Il Vangelo di Pasqua è tutto qui!”, sottolinea mons. Sacchi: “È il Vangelo delle pietre che rotolano e della speranza che non muore mai”. “A tutti voi cari fratelli e sorelle, agli anziani, alle famiglie, agli ammalati, a chi è nella sofferenza, a chi è solo, giunga il mio augurio e ogni benedizione apportatrice di vita e di gioia”, conclude mons. Sacchi.

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