“’Osare’ è il verbo che sento sposarsi meglio con gli auguri pasquali di questo anno”. Lo scrive l’arcivescovo di Catania, mons. Luigi Renna, nel suo messaggio di auguri alla diocesi per la Pasqua, in cui cita la pagina biblica che racconta che, il mattino di Pasqua, le donne che avevano seguito Gesù fin sotto la croce sfidando il disprezzo e gli sguardi minacciosi delle guardie e dei farisei, si recarono alle prime ore dell’alba al sepolcro. “Sono l’immagine di una fede che non se ne sta tranquilla ad aspettare che qualcosa accada – osserva -. In questo momento storico, queste donne ci indicano la strada audace di chi vuol prendersi cura di quel corpo piagato che è la nostra società, le nostre città, il mondo che si sta abituando alla guerra e che si sta riabituando a risolvere i conflitti con le armi”.
Continuando a indicate quelle donne, il presule ribadisce che “ci invitano a prendere con noi quegli unguenti che si chiamano compassione, carità, dialogo, perdono e ci spingono ad andare con coraggio verso situazioni che sono come sepolcri serrati, in cui tanti nostri fratelli giacciono”. “Le donne che vanno ad annunciare che il sepolcro è vuoto, e che ricevono da un angelo questo grande compito, giungano con la loro dolce irruenza ad annunciare anche a ciascuno di noi che la risurrezione è possibile”, ha aggiunto. Infine, il presule ha ribadito che “nulla è impossibile a Dio, neppure la speranza contro ogni disperazione, neppure l’impegno, soprattutto a ricostruire relazioni familiari, cura delle persone più fragili, anziani o piccoli che siano, le nostre città e le nostre coscienze assopite da ciò che riteniamo scontato e continua a dare morte”.