“Accanto al saluto ‘Pace a voi’”, nei testi evangelici risuona, sulla bocca degli angeli al sepolcro (e su quella del Cristo “l’invito a non avere paura, a non temere”. Si apre con queste parole il messaggio augurale di Pasqua dell’arcivescovo di Lucca, mons. Paolo Giulietti che aggiunge: “La piccola comunità dei seguaci del Maestro di Galilea sta vivendo un’esperienza di grande spavento: tutti hanno assistito alla cattura, alle torture e alla morte inflitte al Signore e tutti ancora temono per la propria sopravvivenza. Lo stesso incontro con il Risorto è causa di turbamento, perché si tratta di un evento che esula dal vissuto di chiunque: non è facile capire cosa stia succedendo e ‘che cosa’ sia la persona che, da poco uccisa sulla croce e deposta nel sepolcro, si ripresenta viva dinanzi a loro. Tutte queste paure, tuttavia, si cambiano rapidamente in gioia, perché si comprende che la nuova vita di Gesù non è un ritorno all’esistenza precedente, ma è l’immagine e la primizia di un destino luminoso che attende l’uomo al di là della soglia terribile della sofferenza e della morte”. Riportando quindi il discorso ai tempi attuali, l’arcivescovo osserva: “In questi tempi di incertezza, in cui l’incombere della guerra globale, del dissesto climatico e della crisi economica è causa di grande preoccupazione, la Pasqua di Gesù, che nuovamente celebriamo, è memoriale di un avvenimento che consente anche a noi di non essere sopraffatti dalla paura, mettendoci in condizione di vivere un’esistenza rinnovata e di edificare un mondo migliore”. “Le difficoltà, ovviamente, rimangono le stesse per tutti, ma il modo di sostenerle è profondamente diverso”, argomenta Giulietti. “Una società dominata dalla paura è incapace di futuro, perché il timore blocca ogni decisione e impedisce di affrontare il rischio del nuovo; al contrario, la vita si alimenta di fiducia e di speranza”.