“Celebrare la resurrezione di Gesù vuol dire riflettere sulle molteplici forme di violenze e soprusi che si presentano nel vivere quotidiano, senza contare la guerra che si combatte nel cuore dell’Europa e l’agitarsi, addirittura, dello spauracchio della atomica”. E’ quanto scrive mons. Giovanni Roncari vescovo di Grosseto nel suo messaggio pasquale ai maremmani. “Ma riflettiamo anche sul nostro linguaggio, che non di rado mette al bando la speranza o che diventa oggetto contundente contro chi ha un’opinione differente. Parole che feriscono talvolta mortalmente, condotte quotidiane che tradiscono egoismi, o che sono mosse da paure e condizionamenti. Dove è allora la logica della resurrezione? C’è ogni volta che non permettiamo alla morte di avere l’ultima parola su di noi e lasciamo invece che le ferite impresse nella carne viva di Gesù di Nazareth diventino le feritoie da cui scorgere negli altri i lineamenti di quel Dio che, per dirla con il titolo di un bel libro di alcuni anni fa, ‘ci ha creati gratis’”.