Pasqua: mons. Crepaldi (Trieste), “se togliamo Cristo e la sua risurrezione ogni speranza si risolve in un’illusione”

“Cristo è risorto per darci la speranza in una vita piena ed eterna. Quest’annuncio è il cuore stesso del cristianesimo e del suo messaggio”. Lo scrive mons. Giampaolo Crepaldi, amministratore apostolico di Trieste, nel messaggio pasquale alla diocesi.
“Gesù è risorto”, prosegue il vescovo, “non solo perché la sua memoria resti viva nei nostri cuori, ma perché Egli stesso viva in noi e in Lui possiamo già gustare la gioia della vita eterna. Se togliamo Cristo e la sua risurrezione, non c’è scampo e ogni speranza si risolve in un’illusione”.
“La Pasqua di risurrezione del Signore è come la primavera quando le gemme spuntano sugli alberi”, aggiunge mons. Crepaldi, spiegando che “essa dà forza e significato ad ogni speranza, attesa, desiderio, progetto. Questa gioiosa e consolante prospettiva è in contrasto con le grida disperate che provengono da tante situazioni dolorose, fatte di miseria, fame, malattie, soprusi e guerre”. “Pensiamo a quella tragica che si sta combattendo in Ucraina, nel cuore dell’Europa, con conseguenze drammatiche per quel popolo; pensiamo ai tanti conflitti che paralizzano lo sviluppo dell’Africa e di altri continenti; pensiamo alla Terra Santa con i problemi legati al conflitto israelo-palestinese; pensiamo ai profughi e rifugiati, che sono stati costretti a lasciare i loro Paesi e i loro affetti più cari”, la sottolineatura del vescovo, che ricorda: “Cristo è morto ed è risorto anche per la redenzione della nostra storia. Perciò, il messaggio pasquale raggiunge tutti, soprattutto i popoli e le comunità che stanno soffrendo, perché Cristo Risorto apra loro le vie della giustizia e della pace”.
“L’augurio di buona Pasqua raggiunga Trieste, il suo territorio e i suoi abitanti, che invito a far risuonare nel loro animo la fede gioiosa di tutta la Chiesa: Resurrectio Domini, spes nostra! La risurrezione di Cristo è la nostra speranza!”. “Una speranza – osserva – che alimenta la fiducia delle nostre famiglie, nel mondo del lavoro e della scuola, in chi porta responsabilità politiche, nella società civile. Una speranza soprattutto per coloro – poveri, emarginati, sofferenti nel corpo e nell’anima – che sono sopraffatti dalla disperazione: sappiano che essa – tesa ad intossicare l’umanità con le sue oscurità spesso peccaminose – è stata vinta dalla luce che promana dalla risurrezione del Signore”. “Cari fratelli e sorelle – l’esortazione conclusiva del vescovo –, lasciamoci illuminare dalla luce pasquale e apriamoci a Cristo risorto, perché produca frutti di speranza in ciascuno di noi, nella nostra Trieste, nelle nostre famiglie e in ogni parte del mondo”.

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