“Anche noi abbiamo pregato in questo tempo per le mamme, per gli stessi caduti. Come sappiamo benissimo tutti i morti in guerra non hanno più colore, non hanno più segni distintivi. L’unico segno è il cuore grondante di sangue che grida e che si eleva a Dio perché li accolga nel suo Regno”. Così, in un’intervista rilasciata al sir e pubblicata oggi, mons. Paolo Pezzi, arcivescovo di Mosca e presidente dei vescovi russi, commenta “le parole accorate di preghiera – dice – per le mamme dei soldati uccisi nella guerra”, pronunciate ieri all’Angelus. “La voce del papa non ha mai smesso di arrivare in Russia e questo lo dimostra, nonostante pochi, veramente pochissimi casi, la stima ultima che a tutti livelli c’è per il Santo Padre”, dice l’arcivescovo che aggiunge: “Si può non essere d’accordo con lui, si può pensarla diversamente ma certamente si riconosce in lui un uomo vero, un uomo di Dio che comunque non si può evitare, ignorandolo. Certo, si può non rispondergli, si può non accogliere i suoi appelli ma nessuno ignora invece la sua sincera vicinanza al popolo russo”. “Personalmente – confida ancora l’arcivescovo – non conosco direttamente situazioni di madri in lutto per questa guerra, anche se sappiamo che ce ne sono. La mia esperienza riguarda madri di caduti in altri conflitti precedentemente. Non sono una madre ma attraverso l’esperienza di queste madri che ho incontrato, posso confermare che forse non c’è un dolore più grande che la perdita del proprio figlio soprattutto quando questa perdita avviene in un modo ultimamente incomprensibile, che appare senza senso”.