Pasqua: mons. Migliavacca (Arezzo), “siamo chiamati tutti a farci portatori di buone notizie là dove incontriamo attesa e solitudini”

(Foto: diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro)

“Vorrei che il mio augurio di pace, speranza, vita, di incontro con il Signore risorto, che viene dalla Pasqua, giunga a tutti. Penso alle realtà della diocesi e della società, penso ai preti, alle parrocchie, alle aggregazioni laicali, alle famiglie, ai giovani, agli anziani, ma penso anche ai dimenticati, ai più poveri, chi è ai margini, anche a te che stai leggendo, e, ancora, a coloro che non si sentono molto della Chiesa. Che gli auguri arrivino a tutti! Che siano auguri di pace e di speranza! È la prima Pasqua che vivo come vescovo della diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro ed è per me un motivo ulteriore di gioia. Le celebrazioni che vivremo in questi giorni sono l’occasione per celebrare questo augurio del Signore che è vivo e che è risorto”. Con queste parole il vescovo Andrea Migliavacca ha presentato il suo messaggio di augurio per l’imminente Pasqua di risurrezione, culmine del Triduo, centro e cuore di tutto l’anno liturgico, festa più importante per i cristiani.
“Ogni Pasqua che celebriamo fa risuonare per tutti noi una buona notizia attesa. Sempre è la bella notizia del sepolcro vuoto: il Signore è risorto, il Signore è vivo, il Signore è con noi. Il nostro tempo e la nostra vita sono lo spazio e l’esperienza che attende buone notizie e ogni volta che queste ci visitano è nuovamente Pasqua”, osserva il presule che precisa: “Attende buone notizie l’ambiente che viviamo: la cura e il rispetto della natura tanto violentata dall’umanità, il dono della pioggia di cui molto abbiamo bisogno, la ricchezza dei frutti della terra che il lavoro agricolo promuove. Sono buone notizie che fanno risuonare la gioia della Pasqua nella nostra casa che è l’ambiente di vita. Attendono buone notizie tante famiglie, gravate dai costi della vita quotidiana e quelli aumentati dell’energia, altre famiglia ferite da chiusure reciproche, difficoltà di dialogo e mancanza di rispetto tra i coniugi, altre ancora alle prese con le problematiche e la sicurezza del posto di lavoro, e famiglie affaccendate nell’arte dell’educazione dei figli. Buona notizia per loro sarebbe sempre celebrazione della vita. Anche le persone anziane, gli ammalati e poi i poveri, chi è ai margini della nostra società e i cosiddetti invisibili… non vedrebbero l’ora che buone notizie ci fossero anche per loro”. E “buona notizia sarebbe quella che fa risuonare la parola dialogo e giustizia, pace e riconciliazione su tutta la terra e nelle zone oggi più martoriate come l’Ucraina. E sarebbe davvero Pasqua”.
Mons. Migliavacca conclude: “Siamo chiamati tutti, per primo il vescovo, a farci portatori di buone notizie là dove incontriamo attesa e solitudini… e porteremo così l’annuncio sorprendente della Pasqua, del Signore Risorto e vivente, in mezzo a noi. Ed è la buona notizia della vita”.

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