“La prima necessità della Chiesa oggi più che mai è di avere presbiteri, diaconi, religiosi e religiose, laici che siano dei veri credenti, che abbiano incontrato il Cristo e lo abbiano accolto come il Signore della loro vita e della storia”. Lo ha affermato questa mattina mons. Pierantonio Tremolada, vescovo di Brescia, nell’omelia pronunciata durante la Messa crismale che ha presieduto in cattedrale.
“Il Signore mi ha fatto grazia di tornare a vivere con voi questa celebrazione a tutti tanto cara e tanto suggestiva. Gli sono profondamente riconoscente”, ha detto il presule all’inizio della sua riflessione, spiegando che “l’esperienza che ho vissuto a causa della mia malattia e l’esito positivo che essa sinora ha avuto, mi hanno condotto in questi mesi a meditare su un aspetto della nostra vita e della vita della Chiesa che ormai mi appare come assolutamente determinante, prima e al di là di tutti gli interrogativi e le giuste attenzioni che questo momento storico ci richiede”. Il riferimento è “alla centralità della fede e alla necessità di orientare oggi l’intera pastorale a partire da essa”.
“L’essenza della fede – ci dice sempre la Parola di Dio – è la fiducia, la piena disponibilità nei confronti di colui che ci viene incontro e ci chiama. La condizione della fede – ha aggiunto – è la libertà interiore, l’essere disposti a oltrepassare i confini delle proprie convinzione e delle proprie attese, del proprio sentire e sapere, tendendo la mano a colui che ci condurrà dove non immaginiamo, cioè nel mondo nuovo del Regno di Dio”. “Credere è lasciarsi guidare con fiducia nel nuovo della redenzione, camminare con il Cristo salvatore nell’eterno che è già presente nel mondo attuale, in un terreno immenso di bene che si è aperto con la resurrezione del Messia”, ha aggiunto, sottolineando che “il senso di incertezza e la paura del futuro si superano con la fede, per noi la fede nel Cristo morto e risorto, il Signore di tutti. La fede è certo capace di vincere la tentazione della stanchezza, del disorientamento, dell’incertezza”. “Il momento che anche noi stiamo vivendo è profondamente segnato dall’incertezza”, ha osservato il vescovo, ammonendo: “Non possiamo sfidare l’incertezza facendo semplicemente appello alle nostre forze. Noi crediamo in Cristo Gesù nostro Signore. Lui è il fondamento della nostra speranza e da lui deriva il nostro modo di guardare la realtà in cui viviamo”. “Sul versante ecclesiale eventi importanti stanno catalizzando la nostra attenzione”, ha poi evidenziato mons. Tremolada: “Il processo di costituzione delle Unità pastorali, la pastorale vocazionale chiamata ad affrontare la sfida della riduzione del numero dei presbiteri e dei consacrati, la ridotta partecipazione alla celebrazione domenicale dell’Eucaristia, l’Iniziazione Cristiana dei ragazzi, il carico amministrativo delle parrocchie e la questione del futuro delle strutture parrocchiali”. “Più in generale – ha continuato –, ci interpellano le grandi sfide del momento: la povertà e l’ingiustizia che continuano a dilagare, la guerra che continua a ferire l’umanità, la delicata situazione delle famiglie, l’emergenza educativa, il fenomeno complesso della immigrazione, il confronto con la cultura attuale e l’innovazione scientifica, il mondo dei media e dei social, la sfida epocale dei cambiamenti climatici”. “Se di fronte a questo scenario complesso, mi chiedessero che cosa ritengo essenziale per la Chiesa in questo momento, non avrei dubbi: ritengo essenziale la fede”, ha confidato il vescovo.