“Chi entra in comunione con Cristo, mediante l’unzione dello Spirito, diventa partecipe della sua regalità e del suo sacerdozio, cioè della possibilità di dare forma, insieme con lui, ad un popolo sacerdotale mediante il comandamento dell’amore, legando le sorti dell’umanità e del mondo all’unica sorgente di vita: Dio Padre. Quanto più siamo uniti a Cristo, tanto più veniamo colmati dal suo Spirito Santo”. Lo ha detto, stamattina, il vescovo di Concordia-Pordenone, mons. Giuseppe Pellegrini, nell’omelia della messa del crisma, presieduta in duomo San Marco a Pordenone alla presenza di tutto il clero della diocesi, dei diaconi, consacrati e laici.
Nel suo intervento dal titolo “Unti dallo Spirito per ungere l’umanità”, il vescovo ha voluto porre l’accento sulla dimensione dell’unzione con l’olio che, dice il presule, “non si ferma, però, alla persona di Gesù ma viene comunicata ad ogni cristiano, a tutti coloro che vogliono mettersi alla sua sequela”. Così, ha ammonito il vescovo, “noi (preti, ndr) siamo per loro e non loro per noi. Non è la gente per noi, ma siamo noi per loro” e, ha aggiunto, “siamo stati unti per chinarci davanti ad ogni fragilità e sofferenza delle persone, disponendoci ad andare sempre al di là della nostra persona e del nostro ruolo. L’essere consacrati con il crisma ci aiuta ad essere pronti ad accogliere tutti i profumi, tutti gli odori, anche quelli più nauseanti, che giungono dalla terra e dall’umanità di oggi”. Il presule ha precisato: “Purtroppo sono tanti gli odori di morte, di corpi umani uccisi e dilaniati dalle bombe o dalle tragedie provocate da una terra sempre più sfruttata e devastata. Sono gli odori di tante persone che non vengono accolte, di bimbi e donne abusate; gli odori delle periferie esistenziali che sono presenti anche nel nostro territorio. Ma sono pure i profumi di tanti gesti di amore e di solidarietà, fatti spesso in modo silenzioso, che testimoniano che l’amore è più grande dell’odio e che il bene genera pace, giustizia, solidarietà e bontà”.
Mons. Pellegrini ha, quindi, evidenziato: “L’Eucaristia che ogni giorno celebriamo è la fonte e la perenne sorgente di ogni gesto di bontà e della comunione vicendevole. Anche il cammino sinodale, frutto dello Spirito che guida la sua Chiesa, è ben avviato in diocesi e ci sta coinvolgendo sempre di più come popolo di Dio: preti, diaconi, consacrati e laici. Un camminare insieme per accogliere la Parola e per discernere quali strade percorrere, per interpretare le tante domande e richieste delle persone e per portare la Parola che salva, il Vangelo della gioia e della speranza”.
Durante la celebrazione, a cui ha partecipato anche il vescovo emerito, mons. Ovidio Poletto, sono stati festeggiati gli anniversari di ordinazione dei preti e dei diaconi.
Come da consuetudine da diversi anni, sono state raccolte tra i preti le offerte per il Fondo straordinario di solidarietà su invito del vescovo a donare una mensilità del proprio “stipendio”: l’anno scorso sono stati raccolti 58.613 euro, frutto di 116 offerte. Gli interventi effettuati attraverso il fondo hanno riguardato una settantina di nuclei familiari per un totale di 200 persone di nazionalità italiana ed estera. Il sostegno è stato indirizzato per utenze domestiche, affitti, assicurazioni auto, arretrati mensa, tasse e tributi, spese scolastiche e per la formazione professionale.